Galileo Chini è stato al centro dell’attenzione con la recente riapertura delle Terme Tamerici e ha vissuto una stagione di grande attenzione con la mostra "Turandot" realizzata dal Museo del Tessuto di Prato, che si chiuderà a breve e con la rassegna "Galileo Chini e il Simbolismo europeo", visitabile a Villa Bardini di Firenze fino al 25 aprile, con un focus particolare sugli anni giovanili dell’artista.
Nel 1904 Galileo abbandonò la sua manifattura Arte della Ceramica e insieme al cugino Chino fondò le Fornaci di San Lorenzo, fabbrica che, contrassegnata da un simbolo raffigurante una grata in riferimento al martirio del santo, produsse maioliche con copertura a lustri metallici, manufatti in gres, vetrate e svariati originali arredamenti d’interni. Proprio a tale periodo fa riferimento l’elegante vasetto dal corpo ovale in maiolica a lustri acquisito dal Comune di Montecatini Terme, che va ad arricchire la collezione di opere d’arte dell’ente.
Il vasetto della collezione – commentano da palazzo comunale – potrebbe ben figurare sul trespolo da lavoro di Galileo Chini, rappresentato nel bassorilievo in gres di Domenico Trentacoste sull’ex-Padiglione dei Sali Tamerici. L’edificio, diventato da alcuni anni di proprietà privata, è uno dei pochi esempi in città di arte puramente Liberty.