REDAZIONE MONTECATINI

Il docufilm su Villa Buggiano "Immagini dolci e aneddoti per parlare dei vigilini orfani"

Il regista del corto ’La Campanella’: "Un pezzo di storia italiana"

Il docufilm su Villa Buggiano "Immagini dolci e aneddoti per parlare dei vigilini orfani"

Da Afragola all’80ª Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, passando per Borgo a Buggiano e la seicentesca Villa Bellavista. Il 43enne Antonio Maria Castaldo (nella foto), vigile del fuoco a Roma, ha portato la Valdinievole in vetrina, nell’ambito del Venice Production Bridge, all’Hotel Excelsior del Lido. Alla presenza del ministro dell’Interno Piantedosi, è stato presentato ieri il suo cortometraggio “La Campanella“, prodotto dal Dipartimento dei Vigili del fuoco in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà.

Il docufilm racconta la storia di Villa Bellavista, che nel secondo dopoguerra accolse gli orfani dei pompieri. "A maggio scorso - spiega Castaldo -, quando venni a Borgo a Buggiano per una settimane e girai tanti filmati con i due attori Gianluca Grazini e Cosimo Pulito. Attraverso l’incontro e la raccolta di oggetti viene raccontata la storia dei vigili del dopoguerra, il racconto poetico di un importante pezzo di storia italiana".

Villa Bellavista, l’istituto nazionale degli orfani dei pompieri: una storia dolcissima. Nel cortometraggio sono proprio le voci dei vigilini a fornire memoria viva del collegio in cui sono cresciuti. "Venivamo dalla fame - raccontano - ma quando siamo arrivati c’era persino la pastasciutta". Fuori dalla struttura "c’era la miseria più nera". Nell’Italia del dopoguerra, distrutta dai bombardamenti e dalla fame, gli orfani dei vigili del fuoco avevano pasti completi e termosifoni. "Ci sentivamo dei divi, chi l’aveva mai visto un termosifone?". Grazie ai materiali forniti dall’Archivio Luce Cinecittà, il cortometraggio offre inedite visioni della vita a Villa Bellavista, dove bambini e ragazzi venivano formati per diventare pompieri. A scandire gli impegni del giorno era proprio la campanella: "Ce n’era una per tutto", racconta la voce fuori campo nel cortometraggio, "anche per il riposo".

"Alla fine del loro percorso di studio e lavoro i ragazzi avevano tre prospettive: divenire vigili, lavorare da operai in fabbrica o uscirsene, per fare altro - sottolinea il regista -. Grazie alle interviste fatte, abbiamo appurato che molti di questi vigilini una volta sposati sono tornati in Toscana in viaggio di nozze, per far conoscere le loro radici alle mogli. Ogni domenica i vigilini andavano, in divisa, al cinema: la gente li accoglieva sorridente, considerandoli".

Castaldo parla anche di quello che potrebbe essere il destino di Villa Bellavista: "La villa adesso è in ristrutturazione, in futuro si spera di poterne fare la scuola di formazione degli ufficiali dei vigili del fuoco".

Gianluca Barni