È disponibile su YouTube il documentario ‘Tutto questo sangue – 80 anni dopo l’Eccidio del Padule di Fucecchio’, realizzato da tre chiesinesi, Alessandro Batisti, Carlo Cortesi e Massimiliano Vannini. Testimonianze dirette di sopravvissuti, tragici dettagli di una strage priva di senso, arricchiscono una produzione che è stata resa disponibile proprio in questi giorni di ricordo dell’Eccidio. Per non dimenticare mai quanto malvagio e violento può essere l’animo dell’uomo. Per guardare il film, che gode del patrocinio di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Provincia di Pistoia, e dei Comuni di Cerreto Guidi, Fucecchio, Larciano, Monsummano Terme e Ponte Buggianese, bisogna andare sul canale dell’Abelardo Produzioni, sul sito www.avventurademocratica.it o sui profili social degli autori. "Siamo un gruppo di tre persone unite dallo pseudonimo Abelardo – spiega Batisti – produciamo video amatoriali da tre anni. Era un po’ di tempo che avevamo in mente di realizzare questo film: abbiamo pensato che i superstiti con qualcosa da ricordare e raccontare hanno ormai una certa età. Li abbiamo raggiunti, e abbiamo raccolto in questo video le loro testimonianze di sopravvissuti al massacro, anche con il racconto di tragici dettagli inediti. Sono stati tre mesi non semplici nemmeno per noi, mettere assieme queste voci è stato emotivamente molto forte. I sopravvissuti sono stati a loro volta delle vittime, e hanno parlato anche della presenza di italiani fra gli autori della strage. Non li hanno mai nominati, ci hanno spiegato. Avrebbero voluto farlo in un processo che, però, non c’è mai stato. Alcuni fascisti sono scappati dopo l’Eccidio, tornando in Toscana solo molto dopo. Sull’Eccidio del Padule di Fucecchio c’è meno ‘letteratura’ rispetto ad altri tragici momenti dell’estate 1944 – prosegue –. I sopravvissuti hanno partecipato perché il loro scopo è di mantenere viva la memoria".
La regia è di Batisti e Vannini, Cortesi è narratore e produttore esecutivo. "Il film è stato concepito con le documentazioni da lui raccolte- aggiunge -Abbiamo collaborato con le associazioni che gravitano attorno al Padule, iniziando il 17 febbraio con la prima testimonianza raccolta, quella di Vittoria Tognozzi, e terminando le riprese il 30 luglio, quando accompagnati dalle guide abbiamo raggiunto il casale Silvestri, sede di alcune delle fasi più drammatiche dell’eccidio, dove sono morti gran parte dei bambini più piccoli e dove sono operati scempi sui cadaveri".
Emanuele Cutsodontis