Il nodo risarcimenti. La strada è in salita. La rabbia di Parrini: "C’è ostruzionismo"

L’attuazione della normativa sta incontrando molti ostacoli. Sulla carta, resta un fondo da 61 milioni per i familiari delle vittime. Il senatore dem accusa: "Governo reo di abnormi inadempienze".

Il nodo risarcimenti. La strada è in salita. La rabbia di Parrini: "C’è ostruzionismo"

Foto di gruppo di sopravvissuti e parenti al Tribunale Militare di Roma nel 2011

L’intento era giusto e condivisibile: chiudere una volta per tutte, da un punto di vista giudiziario, la vicenda dei risarcimenti ai pochi sopravvissuti o agli eredi delle vittime delle stragi nazi-fasciste in Italia. Ma già dal decreto legge del 2022 del governo Draghi si capì che il percorso sarebbe stato difficile. L’attuazione della normativa però sta andando ancora peggio. Il decreto, proposto dai parlamentari toscani Riccardo Nencini e Dario Parrini cercava di risolvere il problema dei risarcimenti previsti dalle sentenze dei tribunali italiani per le stragi effettuate dall’esercito tedesco in ritirata, ma che la Germania si è sempre rifiutata di attuare, forte di una sentenza della Corte dell’Aja, e sostenendo che i risarcimenti ci sono stati attraverso i trattati di pace che seguirono la fine della seconda guerra mondiale. Il decreto prevedeva un fondo di 55 milioni di euro, poi diventati 61, per i risarcimenti a sopravvissuti alle stragi o alle deportazione, e agli eredi delle vittime, da quantificare però attraverso una causa in tribunale.

Vennero sollevati tre dubbi. Qualcuno intanto criticò il fatto che a pagare dovesse essere l’Italia al posto della Germania. E poi perchè dover passare ancora attraverso un tribunale per fatti ormai accertati da altre sentenze. Infine molti criticarono l’ammontare del fondo, in quanto nel nostro Paese ci sono stati ben 4.600 stragi con quasi 24mila vittime. A questi vanno poi aggiunti i deportati e le vittime dei lager. Insomma, il rischio era quello che alla fine sarebbero arrivati solo spiccioli. Per questo non tutti gli aventi diritto hanno intentato la causa. Per l’Eccidio del Padule di Fucecchio sono state una quarantina le persone che si sono rivolte all’avvocato Massimo Brancoli che aveva già seguito la vicenda dell’Eccidio nel processo penale. A questi si è anche aggiunto il comune di Monsummano Terme, quello che avuto più vittime, ben 84. Non solo però la situazione è ferma. Come è stato denunciato da più parti, laddove le cause si sono aperte, si è assistito come ha di recente affermato il senatore dem Parrini, "ad atteggiamenti ostruzionistici. Una vergogna".

Sulle nostre colonne, Parrini aveva spiegato di vivere queste ricorrenze "con dolore, pensando al Governo che continua a rendersi responsabile di un’abnorme inadempienza eludendo un suo preciso dovere morale, civile e umano: quello di fare pienamente giustizia". Anche attraverso i risarcimenti. Un calvario senza fine che non sembra avere una motivazione logica. "Nonostante la battaglia parlamentare che stiamo portando avanti da mesi, dei risarcimenti previsti dalla legge del 2022 per gli eredi delle vittime non si vede traccia. Da un lato il Mef insiste ad ignorare sentenze definitive o tarda a dare il via libera a transazioni autorizzate dall’Avvocatura dello Stato. Dall’altro lato l’Avvocatura stessa nella maggior parte dei casi tiene un atteggiamento ostruzionistico – punta il dito Parrini –. Alla fine ci

costringeranno a pensare che la colpa di queste vittime è di essere state vittime del nazifascismo...?".

Nic.Gal.