Lo chiamano Hulk per il fisico scolpito e l’esplosività che sprigiona sul parquet, ma Antonio Lorenzetti non è solo il classico giocatore tutto grinta che fa dell’intensità il proprio punto di forza. È infatti il collante del gruppo Herons, un autentico mattatore sempre pronto a creare nuove gag e a scherzare con i compagni. Che la sua carriera sia costellata oltre che di ottimi risultati anche di tanti compagni di squadra diventati negli anni buoni amici non sorprende. Con Nicola Mastrangelo il rapporto è quasi fraterno.
Lorenzetti, quando ha saputo che Mastrangelo sarebbe approdato a Montecatini, sponda Gema, cosa ha pensato?
"Conoscevo la situazione prima che diventasse di dominio pubblico. D’altra ci sentiamo praticamente tutti i giorni, ora abbiamo anche l’occasione di vederci spesso".
Ha un aneddoto sui vostri trascorsi da compagni di squadra?
"Non ho mai visto una persona mangiare tanta pasta come Nicola (ride ndr). A San Miniato si lamentava sempre delle porzioni".
Che effetto le fa ritrovarlo da avversario?
"È un po’ strano in effetti, fortunatamente durerà soltanto le due ore della partita, nelle quali ognuno darà il massimo per la propria squadra. Oltre ad essere un grande lavoratore e un ragazzo dai principi veramente solidi Nicola è un giocatore formidabile".
Quindi alla Gema togliere proprio lui se potesse...
"In campo quello che fa girare tutta la squadra però è Savoldelli, quindi dovessi fare un nome direi lui".
Com’è stato il ritorno alla normalità dopo la vittoria in Coppa Italia?
"Non c’è stato il tempo materiale per godersi il successo. Da martedì ci siamo tuffati nuovamente a capofitto nel lavoro settimanale perché ci aspetta un trittico da brividi: derby, Sant’Antimo e soprattutto Libertas Livorno in meno di una settimana".
Mastrangelo le ha fatto i complimenti?
"Sì ovviamente, ci siamo sentiti anche durante la manifestazione e poi nei giorni successivi a mente fredda ne abbiamo riparlato".
Come si gestisce l’entusiasmo generato dall’exploit di Roma?
"Dovremo essere bravi a incanalare nel modo giusto l’energia positiva che imprese come quella che abbiamo compiuto noi generano".
Radunic, Sgobba, Arrigoni: il reparto lunghi ora è super affolato e lei da protagonista è diventato un jolly dalla panchina.
"Vediamola così: io sono un giocatore che vuole vincere e cerco di fare quello che mi viene chiesto per arrivare all’obiettivo. Quando una squadra cambia, cambiano anche ruoli e gerarchie all’interno di essa. Il mio ruolo ora è quello di dare energia dalla panchina e provo a interpretarlo al meglio, anche se questo magari comporta prendere meno tiri in attacco".
Filippo Palazzoni