Venerdì scorso il Sesana ha ufficialmente spento i riflettori sulla centonovesima stagione di corse. Il successo del trotter termale è racchiuso in tante storie, dai cavalli più blasonati che hanno arricchito le magiche notti dei gran premi ai routinier locali a cui il pubblico si affeziona particolarmente, i driver poi completano l’opera. Per un commento sulla stagione appena terminata interpelliamo Francesco Facci, vincitore della classifica guidatori con ben 22 allori su 106 corse disputate: "Quando si vince tutto sembra perfetto poi sulla pista di casa le emozioni sono sempre amplificate".
Pregi e difetti di questo impianto?
"La pista è dura ma è così che deve essere per dare velocità. Ho apprezzato l’impegno dei ragazzi che se ne occupano, hanno interpellato spesso allenatori e guidatori per capire il livello di battuta e lavorarla di conseguenza, quest’anno ci sono state anche molte meno rotture. Il difetto più grande ma credo non sia un problema solo di Montecatini è quello di avere sempre lo stesso pubblico. Quando giro per la tribuna vedo poche facce nuove, vorrei un ippodromo frequentato anche dai non ippici".
Il progetto è quello di allargare la proposta con tante iniziative collaterali. Crede che non sia sufficiente?
"È un cambio di rotta che richiede del tempo per portare i risultati. Tutti o quasi gli ippodromi stanno andando in quella direzione e credo possa essere la chiave giusta".
Per il 2025 sono confermate 28 giornate di corse.
"Potrei dire che sono poche per un impianto così ma sono consapevole che l’ippica è cambiata molto negli ultimi anni e non in meglio. La cosa migliore da fare è sfruttare al massimo questi convegni costruendo un programma tecnico variegato così da avere sempre un buon numero di partenti poi il pubblico che deve trovare un ambiente comodo e divertente".
La vittoria più bella con chi l’ha ottenuta?
"Domanda difficilissima, ogni cavallo che ho guidato ha contribuito al mio successo. Cito però Zeno Del Ronco perché a nove anni suonati continua ad essere un esempio di generosità, è il cavallo che tutti vorremmo in scuderia". Il modo di correre rispecchia il carattere dei guidatori, Facci è definito spesso come uno a cui i cavalli rendono. In questo sport è forse uno dei complimenti più belli che si possa fare perchè vuol dire che il cavallo si sente in mani buone, si rilassa e riesce a dare il meglio di sé.
Martina Nerli