"Riteniamo che non fosse la Questura di Montecatini l’organo giusto per indagare sul caso della Polizia Municipale: uno dei principali accusatori in questa vicenda è il figlio di un ispettore di Polizia della Questura di Montecatini, ahimè deceduto quest’anno per Covid". A dirlo è l’avvocato Pamela Bonaiuti, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia del suo assistito Domenico Gatto di fronte al giudice delle indagini preliminari Luca Gasperi. Gatto, ancora in stato di fermo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La sua legale ha però sottolineato un aspetto inizialmente non considerato da nessuno. "A parere mio le interviste uscite sui giornali da parte di Andrea Mussi sono state fuori luogo – prosegue l’avvocato – ma questo è solo un mio pensiero. Quel che è certo è che un livello di parentela così alto come padre e figlio mal si lega con un indagine di una vicenda delicata come quella delineata. Le indagini avrebbero dovuto essere portate avanti dai Carabinieri, non dalla Questura". Un aspetto che non rappresenta, secondo l’avvocato, un vizio di forma nell’indagine, bensì una questione di opportunità. "Abbiamo letto gli atti dell’accusa – conclude l’avvocato – e mi sono venuti i brividi, sia per le accuse stesse che per il modus operandi mostrati nell’indagine dagli inquirenti".
F.S.