FRANCESCO STORAI
Cronaca

Incubo sul sentiero: “Quel cavo teso apposta per lanciare un segnale”

Pistoia, il ciclista caduto rovinosamente nei boschi ripercorre i momenti dell’incidente: "I medici mi hanno detto che non sanno se recupererò il pieno uso delle braccia".

Incubo sul sentiero:Per soccorrere il ciclista sono intervenute la Pubblica Assistenza di Larciano e la Misericordia di Vinci (foto d’archivio)"Quel cavo teso apposta per lanciare un segnale"

Pistoia, 4 febbraio 2024 – Un filo teso ad altezza collo nel mezzo di un sentiero Cai, forse per delimitare uno spazio o, ancor più probabilmente, per scoraggiare i ciclo-amatori a percorre quel tratto. Francesco Biagini, 47enne di Pieve a Nievole, per evitare quel filo teso in mezzo al sentiero si è fratturato entrambi i gomiti, a seguito di una rovinosissima caduta in bicicletta. Il fatto è accaduto su un sentiero nei boschi del Montalbano, non lontano da Larciano Castello, venerdì mattina. "Ho fatto appena in tempo ad accorgermi di quel filo teso sul sentiero, mentre stavo viaggiando sulla mia bici in discesa. Ho frenato per evitare di finirci contro ma sono stato sbalzato in avanti, ferendomi alle braccia". Da lì è cominciato un incubo: Francesco era in bici da solo e non aveva chiaro l’esatto punto in cui si trovava. "Ero cosciente ma non sapevo di preciso dove fossi – racconta dal letto dell’ospedale di Pistoia dov’è ricoverato –. Per una mera fortuna avevo le cuffie bluetooth nelle orecchie e, anche da caduto, ho potuto telefonare mia moglie usando Siri. ‘Chiama i soccorsi, non riesco a muovermi’ le ho detto". Poco distante da lui a terra, il cavo all’origine della brusca frenata: un filo teso perpendicolarmente al sentiero composto da tre sottili fili di ferro rivestiti in gomma, intrecciati tra loro. Cavi pericolosissimi perché ben tesi e posti ad un’altezza in cui, se colpiti in velocità col collo, possono portare a ferite gravissime se non alla decapitazione.

Il personale sanitario, non senza difficoltà, è riuscito a trovare il ferito dopo circa mezz’ora. Sul posto sono intervenuta la Pubblica Assistenza di Larciano e la Misericordia di Vinci, oltre a un’auto-medica. "Dovrò operarmi a giorni – prosegue Biagini –. I medici mi hanno anticipato che potrei non recuperare il pieno uso delle braccia. Voglio ringraziare di cuore le persone che mi hanno soccorso – conclude –, perché sono stati professionali ed efficientissimi. Sarò sempre grato a loro". Resta da capire chi e perché abbia teso un cavo ad altezza uomo nel bel mezzo di un sentiero aperto al pubblico. "Non credo sia stata la bravata di qualche ragazzino – conclude Francesco –, penso sia più probabile il gesto dissennato di un proprietario di un terreno lì intorno che non voleva ciclo-amatori vicino alla sua proprietà".