ARIANNA FISICARO
Cronaca

Balducci, giovedì incontro in Regione per scongiurare la chiusura

Si cercano strade alternative alla cessazione dell'attività

Lo stabilimento della Balducci e nel riquadro le scarpine

Pieve a Nievole, 25 marzo 2016 - La situazione dell’azienda Balducci, lo storico marchio di scarpe per bambini che ha sospeso nei giorni scorsi l’attività produttiva, sarà al centro dell’incontro convocato in Regione dal consigliere del presidente Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini per giovedì.31 marzo. All’incontro parteciperanno le organizzazioni sindacali di categoria della provincia di Pistoia, la Provincia di Pistoia e il Comune di Pieve a Nievole. L’incontro si terrà alle 10 a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, in piazza Duomo 10 a Firenze. Intanto c’è chi vuole, tra le istituzioni, chiamare le cose con il loro nome: la vicenda Balducci è un fallimento d’idee prima ancora che economico.

Sulla recente chiusura dello storico stabilimento di calzature da bambini di via del Melo si scaglia tutto il mondo delle istituzioni, mentre dall’altro lato si è già avvito in regione un tavolo apposito sulla triste vicenda. A lanciare il primo strale è stato proprio Rinaldo Vanni non solo come presidente della Provincia ma anche come profondo conoscitore delle preoccupazioni e della crisi del comparto calzaturiero in qualità di sindaco e cittadino della città capofila del comparto, Monsummano Terme.

Così, a pochi giorni dalla prossima inaugurazione del Ceq della calzatura, da tanto atteso, a Monsummano, si esprime pubblicamente sulla Balducci senza mandale troppo a dire. «Sicuramente è bene provare a sostenere l’azienda per sostenere lavoro e occupazione – commenta Vanni – Credo però che una riflessione, più generale del forte ridimensionamento del comparto, oltre a tutte le varie analisi debba essere fatta anche sugli imprenditori». E qui arriva la stoccata secondo la quale, per il presidente della provincia è l’ora di finirla di giustificare con la crisi l’incapacità dei figli di imprenditori che non sono stati capaci di mantenere nemmeno quello che si erano già trovati costruito dalla loro famiglia. «Ma scusate, l’imprenditore e’ sempre assolto? - Continua Vanni – Mi pare un po’ troppo facile e populistico nascondersi dietro i problemi di tasse o costo lavoro. Allora come mai ci sono aziende che in questi anni non solo hanno tenuto ma addirittura si sono espanse? Quindi senza tanti sentimentalismi diciamocelo chiaramente: molte volte la seconda e terza generazione di imprenditori della famiglia non sa nemmeno mantenere quel che aveva. E questo non e’ solo un problema locale ma più in generale della nostra amata Italia perchè molte volte finito l’assistenzialismo di Stato finita la ditta!».

Meno arrabbiata e ma ugualmente preoccupata invece pare Gilda Diolaiuti, sindaco di Pieve a Nievole, Comune che aveva accettato qualche anno fa, durante la precedente amministrazione, anche il progetto per la riqualificazione dell’azienda con la creazione di una cittadella del bambino che veicolasse anche la produzione calzaturiera.

«Sono molto preoccupata per questa situazione – ha detto Diolaiuti – anche perchè m’è parso, da parte dell’azienda, un modo d’agire molto distaccato ed a senso unico». Dura la reazione anche dei sindacati pistoiesi Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil che, uniti nella sorpresa della repentina chiusura, commentano «L’azienda sceglie la resa incondizionata invece di investire e scommettere sul futuro. La cassa integrazione era stata attivata per 12 mesi per consentire il tentativo di rilancio senza costi eccessivi di manodopera e arrivare ai risultati del piano industriale con il tempo necessario. Le istituzioni che saranno chiamate ad un confronto, chiediamo loro un forte impegno, per evitare di disperdere un patrimonio di conoscenze e professionalità oltre che per evitare un nuovo dramma sociale nel territorio della Valdinievole già falcidiato recentemente dalle chiusure del calzaturificio Meg, del Parlanti, del Folack per ricordarne i più importanti». Tra i commenti non tarda ad arrivare anche quello di Manuel Vescovi capogruppo in consiglio regionale della Lega Nord. «E’ dovere delle Istituzioni regionali - prosegue il consigliere - attivarsi immediatamente per verificare la reale situazione aziendale, puntando a ricercare ogni possibile spiraglio per consentire, non in tempi biblici, la normale ripresa lavorativa».