Firenze, 13 gennaio 2023 - Quattordici Comuni della Valdinievole e della piana di Lucca hanno rappresentato alla commissione ambiente del consiglio regionale "un condiviso disagio per una iniziativa legislativa" che non va nell’ottica della collaborazione con le amministrazioni locali". È quanto emerso dalla seduta della commissione regionale nella quale si è discussa la proposta di legge numero 152, che introduce nuove disposizioni per il rispetto dei valori limite per il materiale particolato Pm10 e il biossido di azoto No2 nelle aree della Toscana dove questi livelli sono stati superati per un numero di giorni maggiore di quello consentito.
Merita ricordare che i dati dell’inquinamento, anche per la Valdinievole, sono rilevati dalla centralina situata a Capannori, situazione questa che determina proteste e dubbi sulla reale incidenza in territori posti a decine di chilometri di distanza.
L’atto normativo in esame modifica e integra la legge regionale 74 del 2019, che riguarda la limitazione all’uso degli impianti di riscaldamento alimentati a biomasse vegetali, come i camini o le stufe non ad elevata efficienza. Nella seduta sono stati sentiti i 14 Comuni interessati dal provvedimento, vale a dire Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Uzzano.
I sindaci hanno inoltre segnalato difficoltà burocratiche nell’accesso ai bandi che la Regione ha previsto per sostenere la sostituzione degli impianti inquinanti e per l’ingresso nelle case dei cittadini per svolgere i previsti controlli, stante anche l’esiguità di personale degli uffici teoricamente a ciò preposti (ufficio ambiente e polizia municipale). Chiarimenti sono stati invece chiesti per quanto riguarda i criteri di determinazione del valore delle sanzioni e sugli effettivi livelli di inquinamento riscontrabili fra i vari territori comunali interessati.
I quattordici comuni in questione sono stati invitati alla seduta per conoscere la loro opinione sui contenuti della proposta di legge, particolarmente in merito agli adempimenti che questa pone loro in carico, chiamandoli a emettere le necessarie ordinanze per il divieto d’uso degli impianti di combustione a biomasse (quando non sia l’unica fonte di riscaldamento domestico) e a svolgere i relativi controlli. Quasi tutti presenti con il sindaco in prima persona (fisicamente o collegato da remoto), i Comuni hanno rappresentato un condiviso disagio per l’iniziativa legislativa che impone loro di controllare e sanzionare i propri cittadini.
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