
Il Tribunale del riesame prende tempo prima di decidere sulle richieste di revoca dei 24 provvedimenti – 17 misure cautelari e 7 obblighi di dimora – emessi nell’ambito dell’operazione Kalimera. L’intervento della Compagnia carabinieri e del Norm di Pistoia, in base alle accuse degli inquirenti, ha smantellato un’organizzazione italo-albanese che spacciava cocaina in più province della Toscana e anche in altre regioni. Aveva la base operativa nel ristorante greco Kalimera in via del Salsero a Montecatini. Il raggio di azione dell’attività di spaccio era concentrato soprattutto tra Pistoia e Prato, ma anche nelle province di Firenze, Lucca, Forlì, Venezia, Alessandria, Genova, Pescara, Pavia e Modena.
Otto arresti erano già stati eseguiti nel corso delle indagini che contano 48 perquisizioni domiciliari, il sequestro del ristorante, di due auto e soprattutto la documentazione di seimila cessioni di droga (soprattutto cocaina, ma anche hashish) per un giro d’affari di circa mezzo milione di euro.
Il Tribunale del riesame alla Corte d’Appello di Firenze, dovrebbe prendere una decisione in merito alle richieste presentate dai difensori tra venerdì 31 luglio e lunedì 3 agosto. Tra gli arrestati nell’operazione, con l’accusa di favoreggiamento, c’è anche l’imprenditore Oliviero Zavagli, ex gestore della raccolta e smaltimento dei rifiuti a Montecatini. Al momento si trova ancora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. E’ escluso il suo coinvolgimento nelle attività di traffico e spaccio degli stupefacenti.
Zavagli è proprietario di un immobile in via del Salsero a Montecatini, dato in locazione a Maradon Ajazi e Andrea Popa, coinvolti nella vicenda. L’imprenditore avrebbe appreso in via confidenziale che i carabinieri stavano valutando la possibilità di perquisire l’abitazione. Zavagli, sempre secondo le accuse, avrebbe quindi informato Ajazi con una telefonata, avvisandolo della richiesta delle chiavi e suggerendogli di mettere il cane a guardia della casa. In questo modo, sottolineano gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe aiutato la coppia a eludere i controlli. Il Tribunale del riesame dovrà decidere se sussistono gli elementi per confermare la misura cautelare.
Daniele Bernardini