Claudio Del Rosso, avvocato penalista, candidato sindaco appoggiato dall’ampia coalizione, "Unione Termale" formata da quasi tutte le attuali forze di opposizione e da altri gruppi, si presenta.
Lei è un montecatinese ’doc’?
"Sì, sono nato a Montecatini Alto nel 1970. Mio padre Pietro è nato in viale Bicchierai. Una famiglia di ristoratori e albergatori, come i nonni. Ci sono ’dentro’ mani e piedi, da sempre".
Lei è un ’civico’, ma non nuovo alla politica.
"Sono cresciuto in una città dove passavano ’in rassegna’ politici di peso, persone importanti e figure internazionali: è stato naturale appassionarmi alla cosa pubblica. 15 anni fa abitavo a Massa e Cozzile. Accolsi la proposta di alcune forze politiche di centrodestra (ma anche di molti amici) di candidarmi a sindaco in quel comune. Non rinnego niente: quell’esperienza ha maturato in me un forte senso di responsabilità civica che voglio mettere a frutto per Montecatini, lontano da logiche di partito e ideologie politiche, ma vicino alla gente".
Idee e programmi?
"Il programma elettorale complessivo è frutto di una condivisione di competenze ancora in corso. Posso dare qualche anticipazione. Dobbiamo tornare ad essere la più bella città del benessere e da lì ripartire. Le recenti vicende societarie delle Terme hanno portato l’attuale amministrazione ad effettuare una proposta di acquisto per la Torretta, senza avere alcuna idea di cosa farci. Noi lo sappiamo: diventando di proprietà del Comune, si potrà sviluppare una progettualità di wellness, possibilmente con delle piscine termali, che solo noi non abbiamo e di cui abbiamo bisogno. Saremo noi a doverla costruire. Nessuno ci verrà a ’salvare’. Un progetto realizzabile, realizzato in autonomia o con forme di project financing, scatenerà un enorme interesse sulla destinazione da parte di investitori seri e una reazione a catena già vista in altre città termali nostre competitor".
Anche i commercianti scendono in campo.
"Ho letto brevemente alcuni punti programmatici, molti aspetti sono condivisibili: nonostante il loro leader abbia già dichiarato di non prevedere alleanze o appoggi in questa tornata elettorale, mi auguro che si instauri da subito un proficuo confronto per un progetto condiviso".
Che domanda si farebbe?
"Se ho paura. Faccio un lavoro in cui l’incertezza gioca spesso un ruolo di peso, dovrei essere abituato. Ma questa avventura ha a che fare con il sentimento, le mie radici e il futuro di tanti. Quindi sì, sono emozionato. E sì, ho paura".
Giovanna La Porta