
Il negozio Douglas
Douglas, catena tedesca di profumerie, ha annunciato già da settimane la chiusura di 17 dei 50 punti vendita in Toscana. Uno di chiesti ha già serrato la saracinesca da diversi giorni: è il punto vendita di corso Matteotti di Montecatini – la via principale dello shopping locale – dove un cartello indica di rivolgersi all’altra sede locale di viale Verdi, almeno fino a nuove decisione dell’azienda.
A rischio, soltanto a livello regionale, ci sono 62 posti di lavoro, ma la vertenza appare avere una portata più ampia. Per questo motivo la Regione intende intervenire. "Siamo pronti a fare la nostra parte", annuncia il consigliere del governatore Giani per le questioni del lavoro e le crisi aziendali, Valerio Fabiani, al termine di un incontro con i sindacati di categoria di Cisl, Cgil, Uil. "Sono le donne – aggiunge – ad aver pagato il prezzo più caro per la crisi indotta dalla pandemia".
Fabiani conferma "la disponibilità a sostenere ogni iniziativa per salvare i posti di lavoro" e promette che contatti sono già in corso con il ministero dello Sviluppo Economico. Sul versante del sindacato arriva un appello alla Regione a fare "fronte comune", considerato che la riorganizzazione tocca ogni provincia toscana, a eccezione di quella di Lucca. Fabiani vedrà nuovamente i lavoratori per decidere il da farsi. La riorganizzazione di Douglas prevede il taglio di 128 punti vendita in Italia, che coinvolge 457 lavoratori.
Ma la crisi del commercio montecatinese non si ferma certo a questa profumeria. Da ieri sono riaperti molti negozi costretti a tenere le porte chiuse durante il periodo rosso della provincia di Pistoia. Sono risultati quindi ancora più evidenti i "vuoti" provocati dalla lunga crisi Covid, che sta mietendo numerose vittime nel tessuto commerciale della città. Un chiaro esempio arriva da piazza XX Settembre, che fino a un paio di anni fa si era quasi del tutto ripopolata di attività lungo l’intero perimetro. Oggi invece risaltano i tanti sporti ormai spogli e con cartelli di affittasi o vendesi. Un lungo fronte di negozi ha cessato di esistere sia sul lato nord (coinvolgendo anche via Solferino) e lato est (che interessa pure via Michelagelo). C’è chi ha approfittato della crisi per dire basta con il commercio e chi ha preferito fare uno stop in attesa di tempi migliori, riaprendo magari in altre date e altri luoghi.
Se i negozi sfitti si accumulano sempre di più in quello che era il centro pulsante dello shopping del fine settimana, ormai desertificate o quasi sono altre zone a ridosso del centro, come via Garibaldi, via Mazzini e relative traverse, dove sono scomparse da tempo le famiglie locali e resta soprattutto un’immigrazione con scarsissime risorse. Senza parlare di via Marruota, dove si è già ben oltre il livello di guardia di una crisi che pare irreversibile.
Marco A. Innocenti