REDAZIONE MONTECATINI

La Liberazione della città. Commemorazione in piazza per tenere vivo il ricordo

A 80 anni dalla fine dell’occupazione nazi-fascista in Valdinievole questa sera l’appuntamento organizzato in piazza del Popolo dall’Associazione Gramsci e Anpi, col patrocinio del Comune.

A 80 anni dalla fine dell’occupazione nazi-fascista in Valdinievole questa sera l’appuntamento organizzato in piazza del Popolo dall’Associazione Gramsci e Anpi, col patrocinio del Comune.

A 80 anni dalla fine dell’occupazione nazi-fascista in Valdinievole questa sera l’appuntamento organizzato in piazza del Popolo dall’Associazione Gramsci e Anpi, col patrocinio del Comune.

Ottant’anni da quel giorno di rinascita dopo anni di terrore, orrore e morte. Montecatini si prepara a festeggiare la Liberazione dai nazi-fascisti con una grande commemorazione stasera, alle ore 21, in piazza del Popolo a Montecatini. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione culturale Antonio Gramsci e dell’Associazione nazionale partigiani italiani – sezione Valdinievole centro Giovanni Amendola, con il patrocinio del comune stesso. Un evento che segue di pochi giorni quello in memoria dell’Eccidio nel Padule di Fucecchio, datato 23 agosto 1944.

Montecatini, Monsummano, Ponte Buggianese e tutti gli altri comuni della Valdinievole: oggi amministrazioni comunali distinte, allora territori accomunati dalla feroce occupazione tedesca. Un libro in cui si scrissero alcune delle pagine più truci e infami di sempre. Adesso tocca a Montecatini ricordare. Questa sera, in piazza del Popolo, la scaletta prevede la messa in scena dello spettacolo ’Ma l’idea che è in me - Omaggio alla lotta antifascista nel centenario dell’uccisione di Giacomo Matteotti’, scritto e diretto da Antonello Nave. L’obiettivo è chiaro: tenere vivo il ricordo di quei drammatici giorni di 80 anni fa.

Immaginarsi un occupazione militare in Valdinievole non è un’attività banale: prima di quel 7 settembre 1944 ci furono i cannoneggiamenti Alleati da Sud, l’allestimento del bunker del generale Kesselring alla Grotta Giusti a Monsummano, i saccheggi casa per casa. Da Larciano a Pescia l’ordine era uno solo: "Vernichten", ovvero "Annientare", urlato dal colonnello Crasemann ai militi della 26esima divisione ‘Panzergrenadier’ e ai loro complici fascisti. In quelle ultime ore di orrore del 7 settembre, i tedeschi si rifugiarono a Montecatini Alto da dove cercavano di rallentare l’avanzata alleata, anche se ormai il loro destino militare era segnato. Sembrava finita, ma la barbarie della guerra ebbe modo di uccidere anche il giorno dopo, l’8 settembre: un cecchino tedesco nascosto a Vico, sparò su un gruppo di cittadini inermi intenti a liberare la strada ostruita dai tedeschi il giorno prima. Morì così il 39enne Severino Rovina. Il passato, per mantenerlo vivo, bisogna raccontarlo e ascoltarlo. Magari ricorrendo anche alla ricca letteratura memorialistica e archivistica locale, perché col passare degli anni, i testimoni del tempo diventano, inevitabilmente, sempre più rari.

Francesco Storai