
"La pandemia ha esaltato il turismo interno. Però va destagionalizzato"
"Se c’è una cosa da salvare nella pandemia è la riscoperta dell’Italia da parte dei nostri connazionali. Ma ora che ne sarà?". La domanda è al centro di un lungo articolo di Nicoletta Somma per Guida Viaggi.
"Sicuramente abbiamo registrato una certa volontà di riscoperta della meta Italia da parte degli italiani – dice Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – ma in generale dobbiamo puntare sulla promozione sui mercati sia interno che estero". Sulla stessa linea Giancarlo Reverenna, delegato nazionale Fiavet-Confcommercio all’incoming e digitalizzazione: "È necessaria la valorizzazione del prodotto Italia nella sua totalità, destagionalizzando i flussi. Non ha senso avere 10mila accessi giornalieri a Firenze e Venezia e decidere di aumentare la tassa di soggiorno piuttosto che convogliare i turisti, con incentivi, su località meno battute". Ma per fare questo, "oltre ai trasporti, è necessario un hub digitale del turismo, un contenitore che rappresenti l’offerta turistica italiana, realizzato assieme alle imprese italiane. Il pubblico non si dovrebbe sostituire al privato o non dovrebbe inserire in un progetto che ricade nel Pnrr. Purtroppo alcune Regioni inseriscono tra i servizi di portali, realizzati con soldi pubblici, la possibilità di creare pacchetti turistici non utilizzando le agenzie di viaggi e le imprese del territorio". Numeri alla mano, Reverenna spiega che "due terzi dei flussi turistici in Italia sono generati dell’intermediazione, ma bisogna considerare anche la qualità di questa: oggi il 38% delle prenotazioni arriva da grandi portali internazionali, ma questo non genera una ricaduta sul territorio dove si opera".
Chi fa un viaggio a lungo raggio in un anno – commenta Carlo Zanolla, contract manager Mamberto – "di solito viaggia in Italia nei weekend e si concede una settimana al mare d’estate senza fare viaggi troppo lunghi. La speranza è che la stessa voglia di andare oltre confine ce l’abbiano anche dall’altra parte del mondo e che vengano in Italia".
Conviene Massimiliano Cossu, ceo del Portale Sardegna e co-founder di Welcome To Italy: "Il mercato naturale per l’Italia è quello estero; pertanto, se è vero che gli Italiani riprenderanno a viaggiare all’estero è anche vero che i turisti stranieri riprenderanno a tornare nel nostro Paese". E c’è un altro motivo per cui gli italiani in Italia in un certo senso non bastano: "Il turismo di prossimità ci ha molto aiutato durante i due anni di Covid – sostiene Gino Acampora, presidente di Acampora Travel – ma non ha il potenziale di spesa di tanti mercati stranieri, per durata del soggiorno e anche perché spesso limitato a giorni festivi e agosto, a differenza dei mercati esteri che coprono periodi più lunghi. In Italia alcune zone poi restano forti a prescindere sul mercato domestico, per esempio Sardegna, Puglia, Calabria, mentre altre località hanno come bacino di base quello estero". In questo senso secondo il presidente "è difficile prevedere delle strategie specifiche per mantenere il mercato domestico, anche perché l’Italia sta vivendo un periodo di grande difficoltà economica che pesa moltissimo".