Fabo 75 La T Tecnica Gema 79
FABO MONTECATINI: Trapani 14 (3/4, 1/5), Chiera 10 (2/5, 1/7), Mastrangelo 2 (1/3, 0/4), Arrigoni 12 (4/8, 0/1), Klyuchkyk 10 (1/4, 2/3); Benites 5 (0/3, 1/6), Sgobba 11 (1/4, 2/4), Dell’Uomo 6 (2/2 da 3), Natali 5 (1/1, 1/2), Giannozzi, Fernandez Lang ne, Aminti ne. All. Barsotti.
LA T TECNICA GEMA MONTECATINI: Burini 11 (0/5, 2/5), Chiarini 16 (3/6, 1/5), D’Alessandro 14 (6/10, 0/1), Toscano 8 (1/5, 1/1), Bedin 14 (6/9); Passoni 4 (1/2 da 3), Acunzo 4 (1/1, 0/1), Di Pizzo 2 (0/1 da 2), Savoldelli 3 (0/1 da 3), Gattel 3 (1/1 da 3), Cellerini ne, Albelli ne. All. Del Re.
Arbitri: Spessot e Corrias.
Parziali: 14-25, 32-40, 49-60.
Fa cappotto La T Gema, prendendosi anche il derby di ritorno. Successo meritatissimo per la squadra di Del Re, alla sesta vittoria consecutiva e sempre più titolare dello scomodo ruolo di prima forza nel campionato dei terrestri, ovvero quello che non prevede la presenza dei marziani di Roseto. Successo che vale il +6 in classifica sugli Herons costruito con difesa, applicazione e tanta presenza degli uomini chiave quando più conta. D’Alessandro, Chiarini, Burini e Toscano, ma anche Bedin ha dato un segnale di presenza dopo un paio di assenze non giustificate. La Fabo è stata quella vista più o meno sempre, senza più quel fuoco dentro che l’ha da sempre caratterizzata. Una caratteristica che inevitabilmente rende il suo basket meno efficace. Rientratra in partita nell’ultimo tempino, ha mancato le occasioni per agganciare i cugini. Decisivi gli errori di Benites e Trapani, ma la squadra di Barsotti la partita non se l’è mai sentita in mano, ha sempre inseguito, sbattendo contro la zona di Del Re che continua a essere una mossa che paga dividendi. Ancora sulla Fabo, che ha lanciato segnali da squadra incompiuta, che contro le grandi non riesce proprio a vincere. E di fronte aveva dei cugini che l’etichetta di grande squadra se la stanno davvero guadagnando sul campo, giornata dopo giornata, con prestazioni solide com questa.
La cronaca. Clima sopito sugli spalti e anche in campo in un avvio di contesa non da derby. Per accendere gli animi serva la fuga organizzata da La T Gema nella seconda metà del quarto. è il primo momentoNon da segnare in rosso. Dopo il botta e risposta fra Arrigoni e Bedin, l’equilibrio viene rotto dall’entrata dalla panchina di Passoni che fa tutto: stoppa, corre e segna. C’è tanto dell’esterno fiorentino nel parziale (0-9) che fa chiudere alla grande il quarto agli uomini di Del Re. La Fabo è improvvisamente piantata, assopita nella regia con poco costrutto di Benites e nella poca intensità sotto canestro di Sgobba. Quando sulla sirena segna anche Gattel dalla lunga, il tabellone dice +11 La Te Gema.
Falli, tanti falli spesi. Il secondo quarto dura un’infinità. Con una Fabo così spuntata, per La T Gema tenere un margine di vantaggio cospicuo è roba piuttosto semplice. Sulla serata da 10/34 all’intervallo degli Herons incide molto la difesa dirimpettaia, incisiva anche nei passaggi a zona. La Fabo non si accende. L’unico che prova ad accendere la scintilla è Arrigoni, più d’orgoglio che di altro. Chiera spara a salve, l’ex Mastrangelo non riesce ad accendersi. La T Gema anche a +13, poi il mini rintro Herons prima dell’intervallo fino al 32-40, punteggio che, per quello che la squadra di Barsotti ha prodotto, è più che accettabile.
Il controllo sulla partita dei leoni termali prosegue anche dopo il break. Alla Fabo manca proprio il fuoco dei giorni migliori per riaccendere il derby. La T Gema lo continua a tenere in mano riposandosi ogni tanto con la zona che tanto non piace a Natali e compagni. Con Arrigoni prima e poi Benites poi la Fabo riappare due volte a -7, ma non fa di più, anche perché viene ricacciata indietro prima da D’Alessandro e poi da Burini che dalla lunga apre il fuoco e riporta il margine di vantaggio sulla doppia cifra proprio prima della penultima sirena (49-60).
La fiammata d’orgoglio della Fabo prima o poi deve arrivare. E arriva quando proprio non c’è più nulla da grattare sul fondo del barile. Gioco da tre punti di Sgobba, poi tripla di Klyuchnyk e rubata da Trapani con conseguente lay-up: siamo 59-63 a 7’47“ dalla fine. C’è un un po’ di pathos nel derby, finalmente. La T Gema trema, ma ha uomini che sanno cosa fare quando conta. Così, dopo che Benites fa -2 (65-67), D’Alessandro piazza un canestro dalla rimessa con un secondo sul cronometro dei ventiquattro che pesa tantissimo. Seguono liberi pesantissimi di Toscano e Chiarini. La Fabo torna di nuovo a -3 (70-73), ma spreca con Benites (tripla sbilenca) e Trapani (persa) due occasioni per impattare. Gli errori non si perdonano, Chiarini segna due liberi di platino a 35“ dalla fine. Poi ancora D’Alessandro per il +7 che chiude i conti. Inutile il rientro fino a -2 della Fabo. Le olive nel Martini sono i due liberi di Burini, l’ex di Avellino. Un uomo che ricorda il sogno infranto della promozione in A2.
Niccolò Casalsoli