REDAZIONE MONTECATINI

La T Gema indossa l’elmetto e vince ancora. Difesa, Passoni e Di Pizzo stritolano la Pielle

Il combattimento corpo a corpo del PalaCarrara si decide negli ultimi minuti: l’esterno e il lungo protagonisti delle azioni chiave

Il combattimento corpo a corpo del PalaCarrara si decide negli ultimi minuti: l’esterno e il lungo protagonisti delle azioni chiave

Il combattimento corpo a corpo del PalaCarrara si decide negli ultimi minuti: l’esterno e il lungo protagonisti delle azioni chiave

La T Tecnica Gema

67

Toscana Legno

59

LA T TECNICA GEMA MONTECATINI: Burini 2, Chiarini 15, D’Alessandro 4, Toscano 12, Bedin 6; Acunzo 12, Passoni 10, Di Pizzo 6, Cellerini ne, Gattel ne, Albelli ne. All. Del Re.

TOSCANA LEGNO LIVORNO: Bonacini 12, Leonzio 20, Cepic 5, Donzelli 4, Vedovato 2; Venucci 14, Del Testa 2, Paesano, Campori, Zahariev ne, Simonetti ne, Baggiani ne. All. Campanella.

Arbitri: Biondi e Di Franco.

Parziali: 13-17, 29-33, 48-48.

Una vittoria da squadra vera. La T Gema non disperde il carico di entusiasmo accumulato dal trionfo nel derby, ma lo raddoppia. Successo pesantissimo quello strappato nel corpo a corpo andato in scena contro la Pallacanestro Livorno. Partita bella? No. Risultato finale importante? Sì. Tanto basta al livornese Marco Del Re che gode contro un pubblico che di certo non lo ama. Il popolo piellino di certo non ama nemmeno Mateo Chiarini, grande ex di giornata fischiatissimo. L’argentino è stato braccato e non ha giocato la ’partitona’ che aveva tirato fuori contro gli Herons. Questa volta infatti il match winner porta ha un altro nome e un altro cognome: Lorenzo Passoni. L’esterno fiorentino è stato determinante in tutte le azioni chiave della volata che ha deciso il big match del PalaCarrara. Negli occhi rimane però una sequenza clamorosa. Prima la stoppata su Leonzio, arrivato nel finale con la lingua a terra per l’eccessivo carico di responsabilità che si è dovuto mettere sul groppone; poi la tripla del +9, quella di fatto della staffa; e infine il fallo di sfondamento subito sulla penetrazione di Bonacini. Tre fotografie che aiutano a inquadrare la gara totale di Passoni, vero ago della bilancia dello scacchiere de La T Gema.

Oltre a ’Passo’, tanto bene ha fatto Marco Di Pizzo quando contava, rollando con intelligenza dentro l’area e aprendo il pallone negli angoli, dove Acunzo ha colpito con una tripla importante. Voto 8 anche alla difesa termale. La Pielle? Una squadra con tanti giocatori uguali, con un pacchetto lunghi poco talentuoso e con lo straniero Zahariev che ha saltato la sedicesima partita stagionale. Situazione complicata quella in casa labronica, dove il pubblico pretende uno spettacolo e dei risultati diversi da quelli di questi primi mesi di stagione. L’ex Campanella che ha trovato la quadra in difesa, ma in attacco, oltre alle doti balistiche di Leonzio e Venucci, ha messo in mostra molto poco.

La cronaca. Il primo quarto è piellino con Bonacini, Leonzio e Venucci (9-17). L’inizio gelido stile derby de La T Gema viene presto dimenticato quando dalla panchina si alzano Passoni e Acunzo (24-19). Campanella prende tecnico all’ennesima protesta sul metro arbitrate suo avviso poco chiaro. Una mossa che ravviva i suoi che ripartono con sette punti in fila di Leonzio per il +4 a metà gara.

Ancora difese protagoniste anche nella ripresa. Si segna poco, si picchia tanto. Bene Acunzo con cinque punti consecutivo, a cui risponde Leonzio con la stessa moneta. Chiarini non è in giornata e sparacchia sull’asfissiante pressione a cui è sottoposto dalla difesa ospite. Si decide tutto nell’ultimo quarto. Punto a punto fino agli ultimi quattro minuti. Qui salta fuori il fattore Di Pizzo che segna due volte rollando in area e trova Acunzo per una canestro pesantissimo dall’angolo (60-52). A 3’32“ dalla sirena la Pielle è totalmente svuotata di energie e in attacco batte in testa che è un piacere. Zero canestri, poi ecco il momento di Passoni. Tre azioni da Mvp. La tripla del 63-54 sommata allo sfondamento preso sa di game, set and match. Sorride ancora La T Gema che dedica il trionfo al suo capitano Nicola Savoldelli, colpito dal lutto della scomparsa del padre.

Niccolò Casalsoli