"Non esistono alberi eterni: le piante, come gli esseri umani hanno un ciclo vitale destinato a terminare, così come cambiano le condizioni legate al traffico di alcune strade della città dove un secolo fa sono state sistemate alcune specie che adesso creano problemi".
Renato Ferretti, per molti anni funzionario dell’amministrazione provinciale, e il vicepresidente nazionale dell’ordine degli agronomi e dei dottori forestali. Da lui arriva un’analisi tecnica e molto lucida sui numerosi crolli di alberi avvenuti a Montecatini in questa settimana.
Ferretti, che cosa sta succedendo alle piante di Montecatini?
"Vorrei partire da una premessa: gli alberi sono creature viventi proprio come gli uomini. Da giovane, ho potuto ammirare lo splendore dei pini di viale Bustichini e del parco termale. Queste e altre piante erano destinate a morire: alcune non crollano, perché sono imponenti e hanno una base ampia. Altre hanno le radici ormai marce e non tengono più il terreno. Le condizioni metereologiche hanno favorito i crolli".
Come mai il fenomeno ha riguardato in percentuale così rilevante i pini?
"Quelli piantati nella zona di viale Bustichini e in pineta sono davvero molto vecchi, parliamo degli inizi del Novecento. Nel corso di vari decenni sono state fatte troppe potature alle chiome e di questo ne hanno risentito le radici. Il contesto in cui vennero messi quelli della zona di viale Bustichini, inoltre, è sensibilmente cambiato e la situazione richiederebbe un intervento importante".
Perché?
"Quando venne realizzata la strada, ci transitavano carrozze e pochissime auto. Gli amministratori dell’epoca non avrebbero mai potuto immaginare le trasformazioni del mondo nei decenni a seguire. Oggi realizzare un viale con due filiere di pini a ridosso delle abitazioni non è concepibile. Oltretutto, alcuni lavori di manutenzione del manto stradale o del rifacimento dei marciapiedi spaccati dalle radici le ha indebolite".
Che cosa sarebbe necessario fare?
"Intanto, i filari di pini, pianta che comunque richiede particolare perché non adeguata a un contesto urbano, andrebbero ridotti a uno, distante almeno tre metri dalle abitazioni della strada. Poi, grazie alle moderne tecnologie, siamo in grado di realizzare cuscinetti sotto il manto stradale che impediscano alle radici di creare le gibbosità lungo strade e marciapiede. Tutto questo richiederebbe senza dubbio investimenti importanti".
È favorevole alla sostituzione dei pini crollati con altre piante?
"Esistono senza dubbio specie che creano meno problemi e non hanno radici che crescono sotto l’asfalto, ma se le riposizioniamo nello stesso modo tra 15-20 anni rischiamo di avere problemi".
Una realtà come Montecatini, così ricca di alberi e piante, avrebbe bisogno di un agronomo nel personale, invece di ricorrere all’affidamento di incarichi esterni per curare questo settore?
"Compatibilmente con le esigenze e i limiti imposti dalla legge, ho sempre sottolineato l’importanza per un’amministrazione di dotarsi di figure professionali di questo genere. Sarebbero utili per molti Comuni".
Daniele Bernardini