EMANUELE CUTSODONTIS
Cronaca

L’esempio di Irene Sendler. Un’infermiera coraggiosa

Le iniziative per la giornata della memoria hanno preso il via alle 10, con la cerimonia istituzionale organizzata al Sacrario...

Tante persone hanno preso parte all’incontro al Palazzo del Podestà dove si è parlato della storia di Irene Sendler

Tante persone hanno preso parte all’incontro al Palazzo del Podestà dove si è parlato della storia di Irene Sendler

Le iniziative per la giornata della memoria hanno preso il via alle 10, con la cerimonia istituzionale organizzata al Sacrario dei Caduti, sotto Palazzo del Vicario, dall’amministrazione comunale e dall’Anpi, nel corso della quale il sindaco Riccardo Franchi e il presidente dell’associazione dei partigiani, Sergio Tintori, hanno deposto una corona di alloro in ricordo delle vittime della Shoah. Nel pomeriggio la sala conferenze del Palazzo del Podestà ha ospitato un incontro molto partecipato organizzato dall’Istituto Sismondi Pacinotti, in collaborazione con l’Anpi e con il Comune di Pescia. In ‘Educare senza Confini. L’esempio di Irene Sendler nel Ghetto di Varsavia’, Francesco Iadarola, docente dello stesso istituto, accompagnato dalle note alla chitarra di Andrea Vezzani e dai disegni realizzati ‘live’ da Antonio Cavotta, ha ricostruito la vicenda di umanità, coraggio e sensibilità dell’infermiera polacca che riuscì a salvare 2500 bambini ebrei: "Un messaggio di solidarietà e bontà a cui tutti dovremmo tendere", ha detto. Fra il pubblico, anche numerosi studenti dell’indirizzo turistico della scuola diretta da Oria Mechelli.

Al circolo Agorà di Pietrabuona, Emanuele Cutsodontis, al fianco di Oreste Giurlani, ha parlato dei due pesciatini morti nel campo di sterminio di Auschwitz, i coniugi Fortunato della Riccia ed Ester Servi, ultimi due deportati dalla provincia di Pistoia, il 16 maggio 1944. Un ricordo anche per i circa 400 soldati pesciatini che, dopo l’armistizio, hanno rifiutato di consegnare le armi ai nazifascisti e di continuare la guerra con loro. Di questi, 27 sono marti nei campi di prigionia, altri 14 combattendo contro l’esercito nazista.