REDAZIONE MONTECATINI

L’ex Chalet risorge dalle ceneri. Il Comune cerca un nuovo gestore

È uscito il bando per la riqualificazione dello storico locale chiuso da nove anni e preda di roghi e degrado

L’ex Chalet risorge dalle ceneri. Il Comune cerca un nuovo gestore

Il Comune cerca un gestore per lo Chalet, meglio conosciuto come Posta Club. L’annunciato bando è uscito proprio in questi giorni. Dopo una chiusura di 9 anni, due o tre sentenze tra processi e ricorsi al Tar, un paio di incendi, un pasticciaccio brutto tra denunciati abusi edilizi e mancate quote d’affitto verso il Comune dopo i sigilli, oggi forse comincia a vedere la luce in fondo al tunnel.

Il vecchio Chalet, che i più giovani conoscono come l’ex Posta Club, potrebbe riaprire prima di quanto si creda visto che già dallo scorso ottobre l’amministrazione aveva pubblicato un atto di indirizzo esplorativo sull’affidamento in concessione del servizio di gestione e valorizzazione dello Chalet. Insieme alla restituzione delle chiavi al Comune, legittimo proprietario dell’immobile e del giardino che lo circonda, l’amministrazione guidata dal sindaco Simona De Caro pare abbia infatti intenzione di riaprire lo storico locale che vide, tra le altre cose, la prima esibizione assoluta in Italia nel 1969 di un David Bowie che ancora non conosceva quasi nessuno e non si esclude che ci possa essere anche un interesse a riprendere la gestione dello Chalet proprio da parte della stessa famiglia Pacini, ex gestori che sono stati in un lungo contenzioso con il Comune dopo l’apposizione dei sigilli alla discoteca e attuali proprietari di diversi altri locali e ristoranti della zona.

Intanto il Comune ha fatto uscire in questi giorni il bando per chi fosse interessato a far domanda per prendere in gestione lo storico locale. Chi sarà interessato, olte alla domanda, che dovrà essere presentata entro il 29 marzo 2024, dovrà anche allegare una proposta progettuale di ristrutturazione e riqualificazione del complesso immobiliare compreso il giardino e di gestione e un’ipotesi di piano economico finanziario.

La proposta dovrà anche tenere conto che "sia remunerata dai ricavi dall’utilizzo delle strutture, facendo carico al concessionario della progettazione, del finanziamento e del recupero dell’intero immobile, annessi e giardino. Che siano garantite attività culturali e musicali, che sia garantito l’accesso e la fruizione pubblica del giardino e che sia garantito al Comune un canone annuale minino pari a almeno 15mila euro". E la durata della concessione? Nel bando si parla del "tempo necessario al recupero degli investimenti". Arianna Fisicaro