Giornata di braccia incrociate, quella di ieri, nel settore della media distribuzione alla luce di quanto successo a metà settimana con Federdistribuzione che ha stoppato nuovamente il percorso verso il rinnovo del contratto nazionale per i lavoratori che, fra l’altro, è già scaduto da oltre quattro anni (51 mesi per la precisione). Un’emergenza che è ben presente anche in Valdinievole ed in tutta la provincia: un argomento che riguarda circa 800 lavoratori. Si parla di alcune aziende di grande distribuzione come, fra le altre, Conbipel (al confine tra Montecatini e Pieve a Nievole), Esselunga (a Montecatini Terme e Pescia) unitamente a Pam Panorama fino ai marchi ’low cost’ come Lidl e Penny Market. Da qui il presidio di Filcams Cgil Pistoia Prato, Fisascat Cisl Toscana Nord e Uiltucs Toscana Centro. "Ci siamo ritrovati in questa occasione per rivendicare la tipologia di contratti di questi lavoratori – afferma Angela Negretti della Uiltucs presente al presidio – ci sono alcune aziende di Federdistribuzione che continuano a non sottoscrivere il contratto nazionale: vogliamo che tutti possano avere un contratto di lavoro dignitoso".
Mancate risposte salariali, quindi, per una categoria di operatori che non vedono adeguato il loro stipendio agli aumenti dell’inflazione e questo va, ovviamente, a ricadere su consumi e redditi delle loro famiglie in un settore caratterizzato da tanta precarietà. "Lanciamo un segnalo chiaro e univoco di vicinanza – aggiunge Alessandro Cartei della Filcams Cgil di Pistoia – agli 800 lavoratori della Provincia a cui non è stato aggiornato il contratto. È un qualcosa di molto grave, alla luce del fatto che le altre confederazioni lo hanno ottenuto salvaguardando quei 2-3 milioni di lavoratori su scala nazionale che sono coinvolti". Al momento le richieste di Federdistribuzione sono ritenute irricevibili dai sindacati visto che non si vuole fornire un incremento salariale ritenuto non procrastinabile ulteriormente, alla luce anche di un 65% di donne operative in questo comparto. "C’è anche un forte attacco all’ingresso dei nuovi assunti – conclude Simone Pialli di Fisascat Cisl Toscana Nord – perché non si capisce come mai devono essere bloccati ad un livello più basso degli interni che svolgono le stesse mansioni. Per noi è inaccettabile".
S.M.