
Il cantante Luciano Virgili (il secondo da destra) durante uno spettacolo a Montecatini
Montecatini 3 giugno 2016 - «Ha dato un grande contributo alla storia di Montecatini, ma non è ricordato nemmeno in una borchia lungo viale Verdi». Luciano Virgili jr. è il figlio del grande cantante che per decenni è stato fra i protagonisti della musica leggera italiana. Nato a Livorno nel 1922, iniziò giovanissimo a studiare canto lirico su consiglio del tenore Galliano Masini. Proprio nel dopoguerra fu applauditissimo di concerti memorabili al Gambrinus e Kursaal. Trascorse lunghi periodi a Montecatini con la famiglia, prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove fu molto amato dagli immigrati italiani. Oggi Montecatini sembra proprio averlo dimenticato.
Perché città non ha mai dedicato un tributo a suo padre?
«Credo proprio che Montecatini abbia perso, e non da ora, il valore di termini come eleganza e cultura. Che non significano essere bellissimi o pieni di nozioni, ma tenere il giusto rispetto nei contesti in cui ci troviamo e conoscere la propria storia. Mio padre per esempio avrebbe preso a pacconi i turisti che entrano in ciabatte e pantaloni corti al Tettuccio. Lui, di famiglia umile, non si sarebbe mai permesso di andarci senza giacca e cravatta».
Era famoso per non mandarle a dire...
«Non sopportava le ipocrisie e le falsità e, pur essendo straordinariamente generoso, se qualcuno lo faceva infuriare si beccava delle belle torte diacce nella ghigna, schiaffi nel viso, come diciamo a Livorno».
Quale sarebbe il miglior modo per ricordarlo?
«A Livorno gli hanno intitolato un centro sociale che porta avanti molte manifestazioni. A Montecatini dovrebbe muoversi tutta la città, non solo il Comune. Le categorie avrebbero il dovere di pensare che quando la città andava bene era grazie anche alla presenza di artisti di livello. Pure i cittadini dovrebbero pensare un attimo al bene del posto dove vivono. Come diceva Lorenzo Viani? Gli abitanti di Montepolla, tutta gente venuta dal nulla...».