Uzzano (Pistoia), 5 febbraio 2021 - Sembrava si fosse adagiato a dormire per terra, quasi all’ingresso di una proprietà privata in località Le Pianacce. Invece, un giovane lupo, ritrovato lo scorso 8 gennaio da una residente della zona, era morto. La risposta appena arrivata dagli esperti dell’università di Bologna non lascia dubbi: il predatore ha mangiato un’esca avvelenata.
Ieri mattina, nella zona dove sono avvenuti i fatti, è intervenuto il nucleo cinofilo antiveleno dei carabinieri forestali. I cani hanno effettuato una perlustrazione dell’area alla ricerca di altri bocconi avvelenati eventualmente presenti. Lapa, pastore belga, e Mora, labrador nero, sono le specialiste che, condotte dall’appuntato scelto Simona Palmieri del Reparto biodiversità di Follonica, hanno setacciato la zona, grazie alle straordinarie capacità di riconoscere col fiuto le più disparate categorie di veleni maggiormente utilizzati.
Queste doti sono state sviluppate in seguito ai un lungo e specifico addestramento basato sulla ricerca del veleno come se fosse un gioco, dopo il quale arriva un premio. All’attività hanno partecipato anche i militari forestali della stazione di Pescia, guidati dal vicebrigadiere Marco Lauro. Sul posto è arrivato anche il tenente Colonnello Gordon Cavalloni, responsabile del Nucleo investigativo ambientale e forestale (Nipaf). Il militare, tra l’altro, si occupa di un progetto sui lupi a livello regionale.
«La morte dell’animale – ha dichiarato – può essere stata causata da sue motivi. Qualcuno può aver messo delle esche per topi, in violazione dell’articolo 650 del codice penale che punisce l’inosservanza dei provvedimenti delle autorità con l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro. Nel caso ci trovassimo davanti a una vera e propria uccisione di animale, come prevede l’articolo 544 bis, la pena prevista è da quattro mesi a due anni. Se la morte è il risultato di maltrattamenti, in base all’articolo 544 ter è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5mila a 30mila euro, aumentando la pena della metà".
L'esistenza del lupi in zona, considerata un elemento positivo per l’ecosistema della Valdinievole, dovrebbe essere garantita dalla presenza di almeno un branco sulle colline, come conferma l’ufficiale dei carabinieri forestali. "Il gruppo – spiega – dovrebbe essere composto dai genitori e da 4-5 cuccioli di circa un anno. Non escludiamo che possano essercene altri. Il lupo, che non è pericoloso per l’uomo, ha comunque molti nemici tra i nostri simili, come alcuni cacciatori che vedono questi predatori come concorrenti. Anche i bracconieri possono fare cose terribili a questi animali, anche senza volerlo. Poche settimane fa, a Sambuca Pistoiese, un lupo è finito in una trappola a laccio destinata ai cinghiali. È morto dopo atroci sofferenze".
Daniele Bernardini