Marliana, 24 gennaio 2016 - «Il nostro bambino è affetto da una malattia rara per la quale non abbiamo ancora una diagnosi. Tra i sintomi, il fatto che non riesce a deglutire e deve essere alimentato con una cannula. Noi genitori stiamo cercando in tutto il mondo - attraverso internet e i mass-media - di trovare casi uguali al suo ed avere l’aiuto di medici esperti per ottenere una diagnosi». Parole di Federico, padre del piccolo Samuele, nato il 4 dicembre 2013, che soffre di una malattia non ancora diagnosticata. Federico è un giornalista free lance, originario di Marliana, ma che vive vicino a Torino. E proprio al paese di Marliana, oggi, vuole tributare un grande grazie: «Anche se vivo nel torinese – racconta Federico – sono legatissimo al paese da cui proviene la mia famiglia. Il mio attaccamento a Marliana oggi, è, se possibile, ancora più forte di prima da quando in paese è nata una grandissima mobilitazione per il mio bambino. Alcuni ragazzi che conosco da tutta la vita hanno organizzato iniziative per raccogliere fondi che ci aiutano a finanziare le cure per il bambino e la risposta di Marliana è stata grande. Per questo, voglio ringraziare i marlianesi anche attraverso il giornale. Mi sento veramente commosso».
I genitori Federico e Sonia non perdono la speranza di trovare la diagnosi per il loro piccolo, il bellissimo Samuele dai grandi occhioni, con il visino incorniciato dai riccioli. «Mia moglie Sonia ed io – continua a raccontare Federico – siamo certi che riusciremo ad avere una diagnosi per il bambino. Abbiamo anche la piccola Barbara, gemellina di Samuele e, da venti giorni, è nato Luca. Noi genitori viviamo per i nostri bambini e cerchiamo attraverso Facebook e internet in generale casi uguali a quello di Samuele per poterci confrontare: sono un giornalista e so quanto il web, accanto a tutti i mass-media, possano rappresentare importante risorsa per affacciarsi al mondo intero. Con Internet – sottolinea - si arriva in un istante all’altro capo del pianeta: speriamo che qualche medico specialista, anche all’estero, o qualche genitore che ha un figlio con la stessa malattia e gli stessi sintomi ci contattino per aiutarci ad ottenere la diagnosi per il bambino».