Emanuele Cutsodontis
Cronaca

Pescia dice addio a Massimo Giuntini, pilastro del volontariato

Figlio del partigiano Ferruccio, appassionato di politica, aveva 58 anni. Il lungo impegno nel consiglio dell’Avis. I funerali nella chiesa di Santo Stefano

Massimo Giuntini, 58 anni, soffriva di una malattia incurabile. Pescia piange la scomparsa del suo volontario

Massimo Giuntini, 58 anni, soffriva di una malattia incurabile. Pescia piange la scomparsa del suo volontario

Pescia (Pistoia), 5 gennaio 2025 – Il mondo del volontariato piange. Dopo aver lottato per cinque anni contro la malattia, ieri, alle 8, il grande cuore di Massimo Giuntini si è fermato, a meno di due settimane dal suo 58esimo compleanno. Pesciatino di nascita, da anni, da quando si era unito in matrimonio con Roberta Battaglini, si era trasferito a San Quirico, dove ben presto era entrato nella Pro Loco, contribuendo alla realizzazione di tante importanti iniziative. Da anni era impiegato nelle aziende di raccolta dei rifiuti; era molto attento alle problematiche ambientali, per le quali si spendeva ben al di là di quello che gli chiedeva l’impegno professionale. Dal padre Ferruccio, partigiano combattente classe 1926, scomparso a 51 anni, aveva ereditato la passione per la politica e per l’attenzione al sociale, che lo avevano spinto ad avvicinarsi a Rifondazione Comunista e all’Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Era stato fra i promotori delle ricerche che avevano portato lo storico Riccardo Maffei a realizzare un volume in cui ripercorreva la storia della Resistenza nel pesciatino, in particolare sull’eccidio di San Quirico del luglio 1944. Medaglia d’oro con oltre 100 donazioni di sangue con la sezione di Pescia dell’Avis, da tre mandati era entrato nel consiglio direttivo, offrendo un valido contributo alle attività sociali.

Fin dalla fondazione si era iscritto al circolo Arci Agorà di Pietrabuona, di cui da poco era divenuto consigliere. Innamorato della Valleriana era entrato nell’associazione Convivio, di cui era referente per Pescia, con cui aveva organizzato eventi volti a valorizzare i posti che amava. Nella sua battaglia contro la malattia, oltre alla moglie e alla figlia Ginevra, ha avuto al fianco il fratello Valerio, a sua volta noto in città prima per i trascorsi nella Cestistica Pescia, poi per il lavoro svolto nel Rione Ferraia. Massimo era stato segnato dalla scomparsa della cognata Rossella Freschi, a sua volta uccisa da un brutto male. In tanti gli hanno rivolto un pensiero, come l’amico di sempre Roberto Angeli: “La vita l’hai dovuta camminare spesso in salita, sin da ragazzino, caricandoti sulle spalle responsabilità più grandi di te- ha scritto - l’hai fatto con dignità e tanto coraggio, con lo spirito di chi non maledice i giorni brutti ma li affronta, sperando sempre in un futuro migliore. E i giorni belli poi ci sono stati. Non so se c’è davvero un Paradiso, ma se esiste tu sei già lì, perché non saprei chi altro lo possa meritare se non te”. Le esequie sono in programma lunedì, alle 14.30, nella Chiesa di Santo Stefano.