Emanuele Cutsodontis
Cronaca

Quando l’amore è più forte di tutto. Matrimonio in terapia intensiva: Roberto e Simona hanno detto “sì”

Lui è ricoverato all’ospedale di Pescia: la coppia si è unita con il rito “per imminente pericolo di vita”

Il matrimonio in terapia intensiva

Il matrimonio in terapia intensiva

Pescia (Pistoia), 13 ottobre 2024 – Non sono certo molti i motivi di fare festa, in un reparto ospedaliero. Ancora meno in uno come l’unità di terapia intensiva. Quello che è accaduto a Pescia è sicuramente, tra tante notizie tragiche, un momento da ricordare, che tutti ci auguriamo vada a buon fine. Si sono sposati, ‘per imminente pericolo di vita’, Roberto Biagioni, 61 anni, e Simona Riccomi, 55, operatrice sanitaria al Pronto Soccorso dello stesso ospedale Ss. Cosma e Damiano.

La possibilità è prevista dall’articolo 101 del Codice Civile: “Nel caso di imminente pericolo di vita di uno degli sposi, l’ufficiale dello stato civile del luogo può procedere alla celebrazione del matrimonio senza pubblicazione e senza l’assenso al matrimonio, se questo è richiesto, purché gli sposi prima giurino che non esistono tra loro impedimenti non suscettibili di dispensa. L’ufficiale dello stato civile dichiara nell’atto di matrimonio il modo con cui ha accertato l’imminente pericolo di vita”.

Roberto e Simona sono una coppia consolidata, con alle spalle una convivenza decennale; il loro sogno era quello di una lunga vita in comune, all’insegna della serenità. Da tempo progettavano un matrimonio tradizionale in una bella chiesa addobbata per le grandi occasioni, una grande festa all’insegna della gioia, del buon cibo, della musica, circondati dall’affetto di tanti amici. Poi, però, è arrivata, improvvisa, la malattia. Un aneurisma ha costretto Roberto al ricovero e a un drammatico intervento chirurgico, una operazione necessaria, ma una non esente da gravi rischi. Per questo la direzione sanitaria e il direttore dell’unità intensiva, Filippo Bressan, non hanno esitato quando la coppia ha chiesto l’avallo per celebrare il matrimonio, passaggio necessario anche per dare ai due coniugi i diritti giuridici necessari per prendere, se purtroppo si verificasse il caso, decisioni legali o amministrative. Anche l’amministrazione comunale si è subito mobilitata per permettere a Simona e Roberto di coronare il loro sogno; purtroppo il sindaco Riccardo Franchi non ha avuto modo di intervenire, ma non ha mancato di fare arrivare alla coppia i propri auguri.

Il rito è stato celebrato dall’assessore Maurizio Aversa, al fianco dei novelli sposi si sono prestati come testimoni Giuliana e Remo Riccomi, Francesco Sabattini e Cristina Baldi. Le condizioni di salute di Roberto sono sicuramente gravi, la prognosi è riservata, ma le condizioni fra venerdì e sabato sono migliorate. Quando le sue condizioni lo permetteranno sarà spostato per un nuovo intervento di chirurgia vascolare, difficile e pericoloso, ma risolutivo. “Sono in uno stato di forte ansia – afferma, provata, la neo sposa –. Ogni giorno per me è un miracolo. Convivevamo da 14 anni, per questo abbiamo deciso per il matrimonio. Il convivente, purtroppo, non gode degli stessi diritti di un coniuge, per questo abbiamo deciso di sposarci. La situazione della salute di Roberto oggi è migliorata, ma ancora non è tranquilla; la prognosi è ancora riservatissima, anche se è stato possibile spostarlo dalla terapia intensiva alla chirurgia”.

Il matrimonio era nei progetti della coppia da tempo. E quando tutto questo, il ricovero, l’aneurisma, le drammatiche operazioni chirurgiche, saranno un ricordo, quando saranno lasciati alle spalle, è intenzione della coppia entrare in chiesa, per celebrare la loro unione nel modo più tradizionale e felice. Nell’attesa di quel momento, ringraziano la direzione sanitaria, il dottor Bressan, il personale dell’Unità di Terapia intensiva, i medici, gli anestesisti, gli infermieri, e la coordinatrice Roberta Gentili, per l’impegno profuso perché il matrimonio potesse essere celebrato.