Montecatini Terme, 21 dicembre 2024 – Il Natale è alle porte e arriva l’atteso appuntamento con la tradizione culinaria. L’alberghiero Martini ha preparato in esclusiva per La Nazione un menu di Natale. Ai fornelli, lo chef Antonio Antonino con i suoi alunni della 3CE. Tre di loro (Alessandro Colella, Gloria Gori, Gaia Falcone) hanno strutturato un percorso per riscoprire la ricchezza della nostra cultura enogastronomica, unendo piatti classici a proposte innovative per soddisfare tutti i palati. "Abbiamo ideato un menu – spiegano – che è metafora di un viaggio tra sapori e profumi che hanno lo scopo di risvegliare lo spirito natalizio”.
Gli aspiranti chef consigliano di partire con un classico antipasto toscano completo di salumi e crostini. “Poi, prima dei tortelli maremmani burro e salvia, una bella ribollita – sostengono – riporterà ai sapori della Toscana medievale”. Due i secondi: coniglio ripieno rosolato in forno e pollo alla cacciatora. “Infine, consigliamo uno zuccotto mediceo”. La preparazione, basata sull’utilizzo di marchi prodotti Igp, è stata simulata ieri a pranzo e servita in perfetto spirito natalizio nella sede di via Galilei dalla classe 3CS coordinata dal professor Gianluigi Cupito.
Ad accogliere gli ospiti, la 4AA con la docente Nicoletta Franchi e l’assistente tecnico Anita Baldi. "Chi volesse le ricette – dice il professor Antonino – può contattarci attraverso i social”. Soddisfatto il preside Riccardo Monti che, nell’ augurare buone feste, si è complimentato con tutti. “Il menù di Natale, in fondo, è un atto che trascende il semplice gesto alimentare, divenendo un simbolo di comunità, identità e riflessione esistenziale”, ricordano i ragazzi del Martini.
Il cibo, come scrive Massimo Montanari, non è un dato naturale, ma il frutto di un processo culturale che lo trasforma in qualcosa di altro rispetto alla soddisfazione del bisogno fisico. Ogni piatto, ogni ingrediente, porta con sé una storia, una tradizione, un atto di reinterpretazione della Natura da parte dell’uomo. Attraverso il cibo, l’uomo non solo si nutre, ma comunica la propria appartenenza a una tradizione, a un legame che va oltre il fisico e si fa espressione di una dimensione più profonda. "Perciò – concludono gli studenti – il menu di Natale diventa un insieme di vari significati, una riflessione sulla spiritualità dell’uomo, sul suo rapporto con la natura e sul suo incessante desiderio di creare e trasformare il mondo che lo circonda, anche attraverso il cibo”.