ENRICO SALVADORI
Cronaca

Mezzo secolo in consolle. La storia di Stefano Natali . Il Dj più longevo della Toscana

Ha iniziato a mettere i dischi a soli 17 anni e non si è più fermato, collezionando 9.000 serate e 540.000 brani

Stefano Natali è il Dj più longevo della Toscana

Stefano Natali è il Dj più longevo della Toscana

Ha cominciato, quasi per caso, a 17 anni. Durante le feste in casa lui metteva i dischi facendo ballare tutti. Così finì prematuramente la promettente carriera di un calciatore e iniziò quella di un dj che ha fatto la storia dell’intrattenimento in Toscana. Lo dicono in particolare due numeri: 9000 serate e 540mila brani o dischi proposti. Stefano Natali è stato festeggiato a sorpresa nei giorni scorsi per i cinquant’anni di attività. Mezzo secolo alla consolle è un significativo traguardo. Sicuramente un record nella nostra regione.

Natali, un battesimo quasi casuale ma poi una carriera che non finisce mai.

"Volevo fare il calciatore, giocavo terzino nel Peretola squadra satellite del Torino e io durante la settimana facevo la spola da Monsummano dove sono nato e cresciuto. Ci confrontavamo con la Fiorentina e la squadra viola dei nati nel 1958 era composta da Giovanni Galli, Di Gennaro e Venturini. Il mio idolo era Gentile. Poi le feste in casa, la musica mi piaceva. Dopo quelle esperienze mi presentai a Radio Modulare Centro Toscana. Sono entrato da tecnico ma poi ho avuto il mio programma fino alla prima chiamata".

Qual è stato il suo primo locale?

"Il Bang Bang di Monsummano. Sapevano delle mie qualità e io lì ho lavorato vent’anni come dj resident. Mi ricordo le serate con gli ospiti che erano Bongusto, Paoli, i personaggi della Tv. E anche un giovane Renato Zero che fece 12 paganti al suo primo spettacolo. Ma si capiva che sarebbe diventato un grande".

È il 1994 l’anno della grande consacrazione…

"Ho cominciato a girare tutti i più grandi locali toscani. A Firenze (Meccano, Central Park, Villa Kasar ndr), in Valdinievole (Panteraie, Area, Excalibur ndr), in Versilia al Midhò, all’Ostras, al Nabilia. Nel 2010 l’incontro con la famiglia Guidi che non finirò di ringraziare. La Capannina e la Bussola sono state due grandissime ribalte che mi hanno fatto crescere professionalmente e nella popolarità".

Esattamente cinque anni fa il Covid e con la pandemia tutto cambia.

"Purtroppo sì. Il Covid ha ucciso il mondo della notte. Nulla è stato ed è più come prima, tanti locali storici sono spariti, altri sono in crisi. Io poi ho fatto la scelta di lavorare nei locali e non nei pub che mettono la musica. È una questione di professionalità. Tengo duro e continuo a lavorare con l’entusiasmo di sempre".

Ha visto passare un mondo e tante generazioni in questo mezzo secolo.

"Sono passato dalla disco music al funky, poi la house, la techno e la progressive. È cambiata la gente, sono cambiati i ragazzi e le ragazze. Prima la discoteca era il luogo dove cuccare ora ci sono i social e l’approccio tra ragazzi e ragazze è diverso. Continuo molto a lavorare con i revival 80-90. Sabato scorso al Dada Maino per un ricordo delle serate Bang Bang è arrivato sul palco Graziano Salvadori che ha ricordato l’anniversario consegnandomi un premio e sono stato festeggiato. Ma i 50 anni di consolle li celebrerò quest’estate nei vari locali. Un grazie al pubblico e alla mia famiglia. Mia moglie Patrizia e mia figlia Martina che mi supportano e mi sopportano. In base ai conti che ho fatto – conclude Stefano Natali – per 9000 volte in questo mezzo secolo sono andato a dormire all’alba ma mi ritengo un fortunato perché faccio il lavoro che mi diverte. Non è questione da poco".