Monsummano Terme (Pistoia), 5 novembre 2024 - Fu morte accindentale, per un incidente di caccia. L’autopsia sul corpo del povero Marco Lucchesi, il sessantenne monsummanese che il 30 ottobre scorso ha perso la vita in circostanze ancora da definire nei particolari, non lascia riserve sul fatto che non si è trattato di suicidio né di omicidio. Con Marco pare proprio non vi fosse nessun altro a cui imputare quello sparo che lo ha colpito tra il fianco e il ventre e che per lui è stato fatale. Una vicenda dalle tinte tanto tragiche quanto assurde, non fosse stato per l’istintivo allarme dato dai familiari pochissime ore dopo non averlo visto tornare come di consueto.
Lucchesi era uscito nel pomeriggio del 30 per una battuta crepuscolare, da cacciatore esperto com’era. Il suo corpo è stato trovato circa due ore dopo il suo decesso, in un fosso nella zona del Fossetto nei pressi del Quagliodromo. Il suo fucile era poco distante dalla sua auto e gli inquirenti hanno ipotizzato che per un malore o una distrazione sia partito involontariamente un colpo che era ancora in canna, ferendolo mortalmente. In quel momento, il noto cacciatore avrebbe tentato di arrivare alla sua automobile, che era a non molta distanza dal punto in cui è stata ritrovata l’arma, dove aveva il telefono cellulare con cui avrebbe potuto chiedere aiuto e essere portato via.
Sempre secondo chi ha condotto le indagini, Lucchesi, ormai ferito mortalmente non ce l’avrebbe fatta e sarebbe venuto a mancare poco dopo. Inutili i i soccorsi, che quando lo hanno ritrovato intorno alle 21, non hanno potuto che constatarne il decesso. La notizia ha sconvolto tutta la comunità di Monsummano e in particolare quella della frazione di Cintolese e Uggia, dove Marco viveva ed era conosciutissimo. In molti lo ricordano come una persona solare e un caro amico «sì era un nostro cliente – hanno detto dal circolo di Bizzarrino dove Lucchesi andava spesso a giocare a carte o a mangiare la pizza a volte nel fine settimana – quando abbiamo saputo siamo rimasti colpiti e immensamente dispiaciuti per quanto gli è successo e come è successo. Era sempre gentile, anche se ultimamente sembrava un po’ più cupo. Mai nessuno si è lamentato di lui, anche durante il gioco, era molto benvoluto».
Stretta al dolore della famiglia Lucchesi, anche la comunità dei cacciatori. «Era un padulino vero – ha detto Alberto Bruzzani – di vecchia famiglia, che conosceva bene il territorio e la caccia. Quanto accaduto ci ha letteralmente sconvolto tutti».
Arianna Fisicaro