Confermata anche in appello la condanna in primo grado, avvenuta nel 2019, per la dottoressa Anna Maria Fedi, il medico ritenuto responsabile dell’imperizia che portò alla morte per tumore della ex dirigente scolastica Franca Baglioni, madre del vice sindaco di Monsummano Elena Sinimberghi. È proprio lei a rendere noto l’esito del nuovo capitolo giudiziario che ha travolto quella che era il medico di base di famiglia. "La signora che ha provocato la morte della nostra cara mamma - spiega Elena Sinimberghi, insieme alla sorella Ester e al padre Guido - è stata giudicata nuovamente colpevole, confermando la sentenza di primo grado del 2019, la sentenza sarà pubblicata tra 90 giorni. Nostra madre è morta nel 2015 dopo un calvario atroce a causa di un melanoma asportato e trattato perlopiù come una verruca. Da parte di questo medico mai un segno di pentimento, né di umanità". La dottoressa Fedi è stata sottoposta così a un processo per omicidio colposo a seguito del quale il giudice Alessandro Azzaroli del tribunale di Pistoia la condannò in primo grado a un anno di reclusione condizionale e al pagamento delle spese processuali. "La dottoressa è stata condannata - ha chiosato la vicesindaco - ma la legge le dà ancora facoltà di esercitare la professione. Io mi auguro che non commetta ad altri ciò che ha fatto a mia madre". Di fatto la legge stabilisce la presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio, cioè il ricorso in Cassazione. "Tutto è cominciato nel 2008 - spiega il marito Guido Sinimberghi - quando mia moglie una sera mi chiese di guardarle cos’era che le dava fastidio sulla schiena. Scoprii che a seguito dello sfregamento sotto la spallina del reggiseno un neo le aveva sanguinato. Si rivolse alla quella che era la nostra dottoressa di famiglia che è anche dermatologa che glielo asportò ambulatoriamente". A quanto pare il caso fu sottovalutato e non fu fatto l’esame istologico per verificare la natura del neo asportato. "Nell’estate del 2014 al mare - prosegue il marito - nello spalmarle la crema solare le dissi che le era ricresciuto un neo sulla cicatrice dove le era stato asportato l’altro, ma mia moglie sminuì la cosa. A dicembre dello stesso anno cominciò ad avere forti dolori allo stomaco e alla pancia e il febbraio successivo la ginecologa le fece una ecografia anche all’addome, rimandandola alle analisi degli specialisti. A Firenze trovarono che aveva già metastasi al fegato e ne cercarono la causa, finché non trovarono un melanoma, nel punto che avevo indicato l’estate precedente. Da quel momento cominciò il calvario".
Arianna Fisicaro