
Pantaleoni, le motivazioni della condanna
Il tribunale di Pistoia ha depositato le motivazioni della sentenza con cui ha condannato il viceispettore della polizia stradale Gianluca Pantaleoni a sei anni e otto mesi. Giovanni Cantelli, avvocato del foro di Napoli Nord e legale del poliziotto, dissente dalle spiegazioni del collegio e annuncia battaglia in Appello. I fatti emersi in dibattimento non sarebbero stati valutati in modo approfondito, secondo il legale Pantaleoni è stato condannato per circonvenzione di incapace, autoriciclaggio, truffa allo Stato e peculato. Il collegio giudicante sottolinea come il viceispettore "alla presenza degli allora difensori di fiducia rese due ampi interrogatori al Gip e al Pm, nei quali ammise alcune delle condotte delittuose, aprendosi la strada per un vantaggioso patteggiamento. La soluzione è stata inopinatamente abbandonata dall’imputato che ha scelto di intraprendere la tortuosa via di un defatigante dibattimento, all’esito del quale la sua colpevolezza, a eccezione soltanto di alcune imputazioni, è stata provata al di là di ogni ragionevole dubbio". In merito alla donna ritenuta vittima di circonvenzione di incapace, il collegio ricorda che questa, nel corso delle dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria e in dibattimento ha riferito che il rapporto con il poliziotto, a cui aveva elargito 440mila euro, sarebbe diventato sempre più intimo. Il tribunale ribadisce che lei avrebbe pensato di trasferirsi a Lucca con lui. Cantelli, pur utilizzando toni pacati, non nasconde forti dubbi davanti alle parole dei giudici.
"Resto perplesso – afferma – per la mancanza di approfondimenti contenuta nelle motivazioni della sentenza. Il tribunale ha definito l’opportunità di definire il processo con un patteggiamento in cui il mio assistito avrebbe dovuto ammettere tutti i reati contestati. Con il rito ordinario è stato assolto per diversi capi. Non c’è riferimento alle eccezioni sollevate, alle nullità in merito ai decreti di intercettazione, all’incompetenza territoriale. Non c’è riferimento alle dichiarazioni rilasciate dalla donna ipovedente in aula, che ben sapeva come Pantaleoni non avesse intenzione di intrattenere una relazione sentimentale con lei. Sulle intercettazioni non si capisce bene quali siano stati ammesse e quali no. Del resto, nel corso del dibattimento, non è mai stata sciolta la riserva in merito. Tutto ciò mi rende fiducioso in merito all’accoglimento dell’atto che sarà presentato in Appello".
L’esponente della polizia di Stato finì in carcere nel dicembre del 2019, al termine di un’indagine condotta dalla squadra mobile di Pistoia, con 14 capi di accusa.
Daniele Bernardini