Pescia, 9 ottobre 2024 - Francesco Briganti, 72 anni, agente di commercio: ha lavorato poco meno di 20 anni nel settore, versando i contributi a Enasarco. Poco meno di 20 anni: quello che l’ente, con regolamenti successivi a quando intraprese l’attività, considera il limite minimo per pagare le pensioni, prima fissato in 15 anni.
Per raggiungere l’età pensionabile gli mancavano poco meno di 3 anni, o poco più di tre mesi per la pensione Enasarco. Invece è diventato quello che è definito un ‘silente Enasarco’. Nel 2018 iniziò uno sciopero della fame di 15 giorni, sospeso dopo che l’interessamento di alcune testate giornalistiche e televisive e una manifestazione a Montecitorio gli valsero, dalla politica, rassicurazioni sulla presa in carico della vicenda sua e di migliaia di persone, promesse che, però, non hanno condotto a una presa di posizione, portandolo a cercare strade alternative.
Si è rivolto alla legge, seguito da un pool di avvocati e dal Comitato ‘Mai più Silenti’, con un ricorso giudiziale, novità nelle vertenze contro Enasarco, che coinvolgeva lo Stato e i Ministeri del Lavoro e dell’Economia e delle Finanze, aditi ‘per culpa in vigilando’.
In primo grado furono ammesse due Consulenze Tecniche d’Ufficio, medico-psicologica e contabile, con esito favorevole, ma il giudizio si concluse col rigetto: il giudice affermò che solo un intervento normativo avrebbe potuto risolvere la questione.
La sentenza venne appellata. Come mai questo nuovo sciopero della fame?
“Sono in sciopero da 33 giorni, in un paese dove le voci dei più deboli sono spesso ignorate e quella di chi sceglie di non mangiare per protestare diventa un fastidio. Lotto per il riconoscimento e la dignità di un uomo vittima di regolamenti interni: quelli di Enasarco, considerati superiori alla Costituzione. Vorrei solo essere ascoltato, che la politica si facesse carico di questa situazione e la risolvesse. Ho lavorato una vita, 40 anni, non posso cumulare i contributi INPS a quelli Enasarco: e non percepirò nessun tipo di pensione! Il mio non è un atto di coraggio e sfida fine a sé stesso: ogni vita ha un valore intrinseco che non può essere misurato o ignorato”.
Qual è, oggi, la situazione? “Siamo in stasi normativa, nonostante le interrogazioni parlamentari che si sono susseguite. La previdenza di Enasarco è una integrativa obbligatoria, la sua natura integrativa dovrebbe renderla facoltativa. La doppia contribuzione, a Inps ed Enasarco, cui sono obbligati i rappresentanti, è molto onerosa, tanti non riescono a raggiungere il minimo contributivo, perdendo ciò che hanno versato”.
Emanuele Cutsodontis