Per la Fabo il momento del mercato è adesso. Il riposo imposto dall’esclusione dal campionato di Chieti, che avrebbe dovuto scendere in campo contro gli Herons domenica prossima al PalaTagliate, concede al club di Andrea Luchi quasi due settimane di tempo non solo per piazzare uno o due innesti, ma anche per dare agli eventuali nuovi arrivi una prima infarinatura del basket barsottiano in vista del complicato impegno di sabato 15 febbraio in casa della capolista Roseto.
La Fabo aveva chiesto informazione sull’ex Libertas Jacopo Lucarelli, ma negli ultimi tempi la pista si è raffreddata e del folto plotone di squadre interessate al giocatore ci sarebbero ora solo Pielle Livorno e Virtus Roma. Lo scioglimento di Chieti potrebbe essere foriero di occasioni interessanti: molti tifosi vorrebbero il ritorno del play Costantino Bechi, che ha già vestito la casacca termale nella stagione 2022-2023, sul giocatore però c’è mezza Serie B (La T Tecnica Gema compresa) e non solo, se è vero che per l’ex Ozzano si è mossa addirittura la Tezenis Verona, squadra di Serie A2.
Con lo slot da comunitario ancora libero è naturale dunque che la dirigenza rossoblù abbia passato al setaccio per settimane il mercato estero in cerca del profilo giusto, profilo che corrisponde al nome di Tautvydas Kupstas, esterno classe 2000 in forza al Keila Basketball, squadra del massimo campionato estone-lettone. Lo sbarco sul pianeta Herons del giocatore lituano sembrava imminente, ma dalle sponde del Mar Baltico fanno sapere che l’affare non è ancora chiuso, un po’ perché su Kupstas sembrano aver messo gli occhi anche Fabriano (in cerca di un sostituto dell’infortunato Pierotti) e Pielle Livorno, un po’ perché la situazione di classifica del Keila è piuttosto delicata e la franchigia estone non vorrebbe privarsi immediatamente del giocatore. In caso di fumata bianca è possibile un’uscita eccellente nel reparto esterni, con Trapani primo indiziato a lasciare Montecatini. Occhio però anche alla posizione di Dimitri Klyuchnyk, cercato dai Rucker San Vendemiano.
Filippo Palazzoni