LINDA MEONI
Cronaca

Pinocchio, 140 anni e non sentirli "Burattino che si adatta al mondo"

Oggi nella ’sua’ Collodi il gran galà delle celebrazioni che avranno un intero anno di eventi e iniziative

Pinocchio in una rappresentazione teatrale

Pescia (Pistoia), 7 luglio 2023 – Un "non luogo", ma anche un "non tempo", entrambi elementi che regalano un carattere di universalità a quella fiaba senza tempo che è Pinocchio. Che non conosce barriere culturali o religiose, perché semplicemente quel che lì accade, tra le pagine di quella mirabolante avventura, è la vita.

Speciale Pinocchio: il portale dedicato

E niente esiste di più condivisibile e universale della vita stessa. Comprendere le ragioni di un successo è semplice se a raccontarlo è la parola di chi come Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, con Pinocchio è cresciuto, umanamente e professionalmente: il trasporto nel suo parlare di questo "figlio di carta" è tale da traboccare passione e fiducia in un progetto che parla al mondo.

Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Centoquaranta: gli anni passano ma Pinocchio non invecchia mai, perché?

"Le ragioni di tanta attualità stanno nel racconto stesso. A una lettura più approfondita si noterà che ben si adatta al mondo, per quel non citare mai il nome proprio di un luogo geografico, né una data di nascita o di un evento. Nel mio girare nel mondo tante volte ho incontrato persone che dal Rio delle Amazzoni alla Cina leggono Pinocchio e in quei luoghi lo adattano. Cito sempre la lettura del Paese dei Balocchi: un moderno luna park godrà di strumenti diversi, ma il concetto di svago resta immutato allora come oggi".

Qual è stata la sua esperienza personale con Pinocchio?

"Sono arrivato a Pinocchio per caso molti anni fa. Subito ne ho apprezzato il messaggio universale che andava ben oltre Collodi e l’Italia intera. Le esperienze che mi hanno portato in giro per il mondo nel nome di Pinocchio mi hanno affascinato. Laddove i miei documenti non fossero bastati a parlar di me, era sufficiente quel bigliettino da visita, ‘Presidente della Fondazione Collodi’. Era il mio passepartout. Dentro questa esperienza sono cresciuto io stesso".

Tra segreteria e presidenza lei è in Fondazione da quarant’anni. Cosa è cambiato in questi anni?

"Dall’allora piccolo parco di Pinocchio siamo cresciuti moltissimo nel mondo, con oltre duecento progetti nei cinque continenti. Questa dimensione internazionale l’ho voluta fortemente e lo testimoniano le diverse esperienze per il mondo, con Pinocchio a Salonicco nell’anno della sua elezione a capitale europea della cultura o a Shangai per l’Expo. In questi giorni ero a Perugia. Con l’Università stiamo facendo una revisione per vedere quante traduzioni di Pinocchio esistano nel mondo. Siamo oltre 330. Questa dimensione ripaga chi si spende gratuitamente per la Fondazione".

Altro progetto internazionale, la Via Europea della fiaba, nata da un’idea della stessa Fondazione .

"Fummo noi a promuovere la Via dei giardini storici, con la prima legge fatta dallo stato nel 1905. Quattro anni fa la proposta della Via Europea della Fiaba, l’unica che coinvolge tutti i 48 paesi della fiaba, Russia compresa. Un segnale chiaro: la fiaba supera anche la guerra. Pochi sanno inoltre che a Collodi ha sede la Società Euorpea di Cultura, gloriosa istituzione nata prima del Consiglio d’Europa capace di far parlare quelli di qua e quell i di là dal Muro. Poi la società è venuta meno, noi l’abbiamo rielaborata e presentata, e mentre i francesi insistevano per farne sede a Parigi e i tedeschi a Berlino mi sono fatto avanti io con Collodi. Mettendo d’accordo tutti".

E la percezione di Pinocchio a casa sua, a Collodi?

"Collodi era un borgo importante già al tempo di Lorenzini, coi primi germi dell’industrializzazione e le prime grandi cartiere. Poi le cartiere furono allontanate, gli abitanti occupati in altro e quando Pinocchio è arrivato l’accoglienza fu tiepida. Nel frattempo noi dal piccolo parco di Pinocchio abbiamo acquistato Villa e Giardino Garzoni, una cartiera, venti ettari in collina a Capannori. Il parco che stiamo realizzando porterà turismo residenziale, lavoriamo perché il paese sia vivo sempre. E con la prossima realizzazione del Paese dei balocchi avremo l’unica struttura del genere al coperto in zona".