FILIPPO PALAZZONI
Cronaca

Pivot e leader La T Gema: Di Pizzo si racconta

"Non importa partire in quintetto piuttosto che in panchina: ciò che conta è dare sempre il massimo"

Il pivot de La T Gema Marco di Pizzo in un’azione di gioco

Il pivot de La T Gema Marco di Pizzo in un’azione di gioco

MONTECATINI Nulla scalfisce Marco Di Pizzo. Il pivot de La T Tecnica Gema Montecatini sembrava destinato ad essere uno degli elementi più penalizzati dal mercato estivo dei "leoni" termali, con l’ingaggio di Alberto Bedin che prometteva di relegarlo al ruolo di rincalzo. Lui non ha fatto una piega, si è messo come suo solito adisposizione di compagni e staff tecnico ed ha comunque trovato il modo di essere protagonista anche partendo dalla panchina: i suoi 19 minuti di utilizzo medio, conditi da 6 punti e 4 rimbalzi a gara, sono lì a dimostrarlo.

Di Pizzo, dei tre reduci della scorsa stagione è stato quello che meglio si è calato nel suo nuovo ruolo… "Sarà perché ho avuto la fortuna di far parte in passato di altre squadre che aspiravano a vincere e so che dinamiche ci sono: ho imparato che non importa partire in quintetto piuttosto che in panchina, ciò che conta è dare sempre il massimo non solo in campo, ma anche fuori. E poi giocare venti minuti invece che trenta non è poi così male: ti permette di mantenere sempre costante il livello di energia nel corso della gara".

L’ha aiutata in questo senso anche la staffetta che si era creata nella passata stagione con Federico Pirani? "In realtà non più di tanto, quella dello scorso anno era una squadra costruita in maniera diversa e che giocava un basket differente, nella quale io ero l’unico lungo di peso e Pirani e Angelucci due lunghi più dinamici, tanto è vero che io e Fede spesso ci siamo trovati anche a giocare insieme con lui come ala grande".

La sua ultima apparizione l’ha vista però esprimersi al di sotto dei suoi standard: cosa non ha funzionato a Ravenna? "Sono uno che non cerca alibi mi piace anche dare i giusti meriti agli avversari: la nostra è stata una prestazione obiettivamente sottotono, infarcita di errori, Ravenna però ha giocato una gran partita e ha meritato di vincere".

La pausa di dieci giorni a causa della vicenda-Chieti può aver influito? "È possibile, in un campionato in cui si gioca ogni tre giorni stare fermi così tanto tempo da una parte ti aiuta a recuperare energie, dall’altra può aver scombussolato un po’ i nostri equilibri. Io però sono abituato a vedere le sconfitte come occasioni per migliorare".

Con il ko di domenica il vostro vantaggio si è assottigliato: quale avversaria teme di più nella corsa al secondo posto? "Direi Ruvo di Puglia, Luiss e Pielle Livorno che sono le più immediate inseguitrici, con loro però dobbiamo ancora giocare la gara di ritorno quindi in un certo senso siamo ancora padroni del nostro destino".

Esiste una anti-Roseto? A voi cosa manca per raggiungere quel livello? "Credo che da un punto di vista tecnico non ci manchi niente, loro hanno avuto più continuità di tutti e al momento sono la squadra da battere. La cosa fondamentale è farsi trovare nella miglior condizione possibile quando conterà davvero".

Filippo Palazzoni