REDAZIONE MONTECATINI

Processo Pantaleoni, le richieste del pm

Stamani il sostituto procuratore Giuseppe Grieco presenterà in aula le conclusioni nei confronti dell’imputato e di altri soggetti

Ultime battute del processo che vede imputato Gianluca Pantaleoni, viceispettore della polizia stradale in servizio a Lucca e distaccato alla sottosezione di Montecatini al momento del suo arresto avvenuto alla fine del 2019. All’epoca, dopo essere stato per anni un rappresentante nazionale del sindacato di polizia Consap, protagonista di dire battaglie spesso sfociate nelle aule giudiziarie, era da pochi mesi ai vertici di Uil Polizia. Questa mattina, il pubblico ministero Giuseppe Grieco presenterà in aula le conclusioni nei confronti dell’accusato e di altri soggetti coinvolti per reati connessi. Pantaleoni, da oltre due anni sotto misura cautelare, al momento è sottoposto all’obbligo di dimora a Pieve a Nievole, con il permesso di lavorare per una società di Firenze, arrotondando lo stipendio decurtato dopo la sospensione, come prevede il regolamento di servizio della polizia di Stato. L’imputato, in seguito alle indagini della squadra mobile di Pistoia, coordinata dalla procura, è accusato di aver commesso 14 reati. Tra questi ci sono circonvenzione di incapace, corruzione impropria, abbandono del posto di servizio e riciclaggio. L’imputato, in questi giorni, ha depositato le memorie conclusive in cancelleria. "Per quello che già ho subito e superato nel passato – dichiara nella memoria scritta - posso tranquillamente affermare in piena responsabilità che spesso taluni rappresentanti della mia amministrazione disarmati dalla disciplina hanno utilizzato invano la macchina della giustizia per e contro Pantaleoni. Ebbene, in ogni circostanza la mia percezione non è mai stata quella di un indagato o imputato, bensì di un avversario politico, un nemico da sconfiggere. Oggi, non posso dire diversamente, a partire dal profilo disciplinare, dove fortunatamente ho vinto la mia prima battaglia con taluni rappresentati dell’amministrazione che facevano le corse per cacciarmi ed iniziando, a mia indifesa (perché in carcere), il provvedimento di destituzione. Le norme non escludono che anteriormente alla formale assunzione dello stato giuridico di imputato si possa attivare il procedimento disciplinare, ma in tal caso deve valutare caso per caso disponendo di sicuri ed autonomi elementi di colpevolezza, altrimenti sospenderlo. Dopo un lungo impasse, il precedente capo della polizia di Stato Franco Gabrielli, attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, ha decretato la sospensione del mio procedimento disciplinare fino a sentenza definitiva". In merito ai reati di cui è accusato, Pantaleoni scrive che "cene, viaggi, gioco e donne sono le passioni che mi hanno accompagnato per molto tempo. A seguito di un burrascoso divorzio definito nel 2016, ma già radicato negli anni precedenti, con conseguenti ripercussioni economiche, quello che prima era un diversivo, assumeva i contorni di una vera e propria malattia, la ludopatia, vuoi per il maggior tempo dedicato al gioco ma soprattutto per aver mantenuto il medesimo tenore di vita. Sia io come poliziotto che i giudici abbiamo in comune un giuramento di fedeltà verso la repubblica italiana con una differenza che io ho l’obbligo di adempiere ai miei doveri, voi adempiere con coscienza. Il giuramento più bello con una parola invidiabile coscienza. La coscienza non veste la toga solo nelle aule dei tribunali ma anche fuori dalle stesse allorquando siete chiamati a decidere la vita di un uomo impegnando anche i momenti vostri personali della vita privata pur di riflettere ed emettere un giusto giudizio. Questo è il mio rapporto di fiducia. Ribadisco con forza di essere innocente".

Daniele Bernardini