Monsummano Terme (Pistoia), 3 febbraio 2025 – Abitava da tempo a Montecatini e aveva chiuso la sua fabbrica a Monsummano ormai nel 1998, ma tutti ricordano ancora Renato Bonfiglioli, meglio conosciuto come ’Renatino’. L’imprenditore monsummanese è venuto a mancare sabato sera e con lui se ne va un pezzo di storia della calzatura. A darne notizia sono stati suo figlio Stefano e il suo storico commercialista Franco Biagiotti. Imprenditore dal temperamento ruvido e nervoso, Bonfiglioli aveva cominciato a lavorare da giovane nelle fabbriche di scarpe locali per poi mettere su una sua impresa nel 1957 con le ditte Galles prima e Bonfiglioli poi. Aveva contribuito alla creazione del distretto calzaturiero a Monsummano dando lavoro a centinaia di famiglie.
“Mio padre fu anche ricevuto dal papa in udienza privata, negli anni Ottanta - racconta il figlio Stefano - e non si elencano i numerosi aneddoti dei personaggi famosi con cui mio padre aveva ottimi rapporti. Anche nel mondo dello spettacolo e dello sport: lo ricordo con Adriano Celentano e Heather Parisi, per dire. Riuscì a portare la banda di Monsummano a Rai 1 e la Monsummanese in serie D insieme a Tosi, Di Dente e all’avvocato Casciani. Ero bambino e ricordo ancora l’amicizia con personaggi come Antognoni, una volta venne a trovarlo Paolo Rossi e tutti i ragazzi lo aspettarono fuori dalla fabbrica. Conosceva e era stimato anche da molti politici – aggiunge –: a casa abbiamo ancora un libro sul quale Giulio Andreotti gli aveva lasciato una dedica speciale”.
Renato Bonfiglioli ha contribuito a creare anche il polo calzaturiero di via Risorgimento dove poi sono nate alcune fabbriche, come lo storico Tiger. E aveva passato da imprenditore la paura dei rapimenti negli anni ‘70 e le lotte operaie. “Una volta - prosegue il figlio - gli imprenditori locali erano tutti riuniti al Circolo dei Signori e rimasero chiusi dentro, assediati per una notte intera dagli operai e dai sindacati per le questioni legate al contratto di lavoro”. E fu proprio in quel periodo, a seguito di una vicenda tra Renato Bonfiglioli e un sindacalista, che arrivarono le campane alla basilica della Fontenova. “Ai tempi c’era un sindacalista molto tosto - racconta la moglie di Renato, Morena Bartoli - e un giorno mio marito perse le staffe nei suoi confronti. Fu denunciato e io mi rivolsi a Don Giorgio Cecchi, il vecchio proposto della basilica della Fontenova, chiedendogli di intercedere col Vescovo di allora per Renato. Quando le cose si risolsero decidemmo di ringraziare la chiesa e regalammo le campane alla Basilica”. I funerali di Renato Bonfiglioli si terranno in forma privata.