
Tribunale (foto d'archivio)
Montecatini Terme, 30 marzo 2022 - La sentenza di primo grado è arrivata dopo quasi vent’anni dai fatti. Giuseppina Guttadauro, giudice della quarta sezione civile del tribunale di Firenze, ha condannato l’Azienda ospedaliera di Careggi a risarcire di circa 600mila euro una settantenne residente in Valdinevole, per il danno conseguente a un intervento chirurgico del 2003 a causa del quale, secondo le perizie dei consulenti, è divenuta paraplegica.
Un primo accertamento tecnico preventivo effettuato dalla donna, assistita dall’avvocato Andrea Ceccobelli, non è stato sufficiente a smuovere la controparte e raggiungere l’accordo. Alla fine è arrivata la sentenza di primo grado che accoglie tutte le richieste presentate.
Nel dicembre 2003 la donna all’epoca cinquantenne accusò forti cefalee, nausee e difficoltà di linguaggio. Venne accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca, dove fu sottoposta a una tomografia computerizzata cranio-encefalica. I medici riscontrarono la presenza di un’emorragia cerebrale. Trasferita d’urgenza a Neurochirurgia di Careggi, dopo una seconda Tc, fu sottoposta a craniotomia, drenaggio e plastica durale. Alcuni giorni dopo l’intervento fu dimessa da Firenze e trasferita nel reparto di Medicina a Lucca. Qui in seguito a nuovi accertamenti risultò positiva allo staphylococcus aureus e per questa ragione spostata nel reparto malattie infettive, con una diagnosi di paraplegia da compressione midollare dorsale di sospetta natura infettiva. Dal 2004cal 2009 la donna ha subito numerosi ricoveri per terapie riabilitative negli ospedali di Careggi, della Versilia e Pisa.
I consulenti Guseppe Cenname e Stefano Pierotti hanno stabilito che la paraplegia è stata causata dalla mancanza di una corretta profilassi antibiotica dopo la craniotomia. L’Asl Careggi, oltre a sollevare questioni sui termini decorsi e altre vicende formali, ha sostenuto che la degenza post-operatoria della donna risultò priva di complicanze infettive alla ferita chirurgica e che non furono violate le linee guida nazionali e internazionali che raccomandano, ma non impongono, la profilassi antibiotica negli interventi di craniotomia pulita. Careggi ha poi sostenuto come prospettabile una condotta omissiva dei sanitari dell’ospedale di Lucca. Sarebbero stati loro, secondo i legali di Careggi, a non aver agito in modo tempestivo davanti alle iniziali manifestazioni neurologiche, dovute alla compressione dorsale. Le motivazioni presentate dall’azienda ospedaliera non sono state accettate dal giudice, che nella sentenza dà piena ragione alla donna. I consulenti del tribunale, scelti fuori distretto vista la delicatezza del caso, hanno individuato la causa dell’infezione, con maggiore probabilità, esclusivamente nel mancato rispetto delle linee guida per la profilassi antibiotica che andava adottata nella preparazione dell’intervento di craniotomia.