
L’ex primo cittadino di Monsummano Marcello Bonfanti presenterà domani il suo libro, «La storia di una vita», scritto alla veneranda età di 96 anni con la collaborazione della dottoressa Tiziana Ciattini e pubblicato da Nuove Esperienze
"A quell’epoca in casa mia c’era il ritrovo segreto delle persone antifasciste". È l’ultima frase di pagina 17, quella che chiude il primo capitolo, tutto dedicato alla sua infanzia di bambino nato nel 1929 e che all’epoca certo non pensava di diventare sindaco. Però poi è successo nel 1980, per ben due mandati. Di questo e della sua vita l’ex primo cittadino di Monsummano Marcello Bonfanti ne parlerà sadomani pomeriggio alle 17, alla biblioteca Giuseppe Giusti, durante la presentazione del suo libro. Il volume, dal titolo "La storia di una vita", è stato scritto alla veneranda età di 96 anni con la collaborazione della dottoressa Tiziana Ciattini e pubblicato da Nuove Esperienze.
Bonfanti, com’è stata la sua vita?
"Piena. Ero figlio di mezzadri durante il fascismo. Poi sono diventato sindacalista per gli alimentaristi e i chimici, avevo aziende come il Maltagliati e la vetreria di Pescia".
Come ha vissuto quegli anni?
"Erano anni intensi. Nel 1954 iniziò uno sciopero dei mezzadri alla fattoria Banchieri, legarono i buoi giorno e notte davanti i cancelli della fattoria. Una notte la celere venne a prenderci e ci facemmo 12 giorni di carcere al Santa Caterina. C’era anche Gino Cipollini. Fummo difesi dall’avvocato Petrucci di Pistoia".
E com’è diventato sindaco?
"Nel 1980 il Pci stravinse e io fui eletto sindaco. Monsummano era già una cittadina passata da 8000 a 18000 abitanti, ma mancava praticamente tutto. Pur nelle liti più feroci, lavoravamo insieme con l’opposizione. Erano i tempi in cui Alfio Magrini, che era nella minoranza, portò il Festival internazionale della canzone, il successo della Festa dell’Uva. Durante il mio mandato abbiamo realizzato le fognature, la scuola media, il centro diurno e l’Rsa che ora non c’è più. Abbiamo fatto le strade, realizzato il palazzo della pretura che ora non c’è più, messo in sicurezza le scuole, creato la zona industriale. Abbiamo acquisito la Villa Martini e organizzato grandi convegni di medicina e chirurgia".
Come è cambiata la politica in questi decenni?
"Prima c’era un rapporto vero con la gente, ci conoscevamo tutti, adesso non più. I rapporti tra la gente si sono alienati, la società è è cresciuta economicamente ma ha perso da un punto di vista umano".
Di cosa va più orgoglioso della sua attività?
"Dell’amore con i monsummanesi. Monsummano mi ha voluto bene e io l’ho amata altrettanto".
Arianna Fisicaro