
Spacciavano monete d’oro. Ma erano falsi ducati d’argento. I truffatori scoperti dall’Arma
Quelle monete antiche sembravano così autentiche. Splendevano come ai tempi dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe I. Nulla avrebbe lasciato presagire la truffa messa in atto da un gruppo di malviventi. L’intuito dell’Arma però ha portato tutto alla luce. E il gioco della banda è finito. I carabinieri della Compagnia di Montecatini hanno eseguito le misure cautelari emesse nei confronti di tre italiani, ritenuti, a vario titolo, responsabili di truffa e ricettazione di monete d’oro false. La complessa attività investigativa dei militari della Stazione di Larciano si è concentrata su alcuni Compro Oro tra le province di Pistoia e Firenze per acquisti sospetti di ducati d’oro del 1915, raffiguranti sul diritto l’effige dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria e sul rovescio lo scudo con le Aquile dell’impero Asburgico, ancora oggi prodotti dalla zecca Austriaca "Munze Osterreich". I ducati negoziati dai tre indagati sono risultati essere identici agli originali, sia per diametro che per spessore e peso. Sottoposti alla verifica con la pietra di paragone, le monete risultavano in oro 18 carati. Approfonditi accertamenti hanno invece evidenziato che in realtà erano in argento e solo ricoperte di una patina d’oro, realizzate proprio per trarre in inganno gli acquirenti. La scelta di utilizzare l’argento è strettamente relazionata al suo peso specifico, in quanto è l’unico metallo che si avvicina al peso specifico dell’oro. La complessa attività d’indagine svolta dai carabinieri di Larciano ha consentito di rinvenire nella disponibilità dei tre indagati elementi probatori, tra i quali le monete, uno smartphone Samsung proveniente da un furto denunciato in Veneto e l’individuazione dei conti correnti da cui transitavano i proventi illeciti. Questi elementi hanno evidenziato come la banda avesse acquisito nel tempo un ingranaggio consolidato con una chiara e precisa assegnazione dei ruoli per raggiungere apprezzabili profitti. Il promotore e organizzatore della banda era anche colui che riceveva direttamente i soldi provenienti dalle truffe, provvedendo in un secondo momento ai prelievi di contante per far perdere la tracciabilità del danaro. Due degli indagati sono stati sottoposti alla misura restrittiva degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre il terzo all’obbligo di dimora con la permanenza in casa dalle ore 19 alle 7. I militari della Compagnia di Montecatini proseguono l’attività di prevenzione e repressione delle truffe messe in atto con tecniche complesse, per ingannare più facilmente anche persone esperte del settore del collezionismo.
Da.B.