
Stefano Tura quando fu ospite a Montecatini Alto
Montecatini, 17 luglio 2020 - E' stato a lungo vicino di casa di Sherlock Holmes, in Baker Street, a Londra, nella residenza che Arthur Conan Doyle immaginò per la creatura letteraria nata dalla sua penna e, quando affronta l'incipit ed il cuore dei suoi romanzi thriller, ama isolarsi volontariamente in luoghi dall'alto potere suggestivo come castelli, cottage sperduti nel Galles del Sud, biblioteche ricche di opere sul mistero. Ma Stefano Tura, corrispondente Rai da Londra, che si occupa da sempre di cronaca nera e ha vissuto anni da inviato di guerra per il Tg1, trova la sua più profonda ispirazione da scrittore, maestro di suspense, soprattutto tra le note di musiche legate ai suggerimenti del suo grande amico: l'indimenticabile direttore d'orchestra, compositore e pianista Ezio Bosso, scomparso il 15 maggio. Questa, forse, la rivelazione più toccante della lunga intervista rilasciata da Tura nell'ambito della rassegna di eventi on line: «Qui Montecatini Terme. Cronache culturali digitali dalla città termale»: «Io sono...ero molto amico di Ezio Bosso – racconta Tura, correggendo a fatica dal presente al passato il suo ricordo commosso -. L'ho conosciuto a Londra, nel 2013, siamo diventati amici casualmente, ci siamo conosciuti a una cena. Lui mi ha sempre consigliato delle musiche da ascoltare durante la mia scrittura. Era appassionatissimo di libri gialli. Oltre alla sua musica che era eccezionale, mi suggeriva cosa ascoltare, in base a ciò che stavo scrivendo. Avevo, quindi, un mentore perfetto per scrivere. Al di là di quanto mi può mancare per tutto il resto, Ezio mi manca anche per questo aspetto".
Stefano Tura si è collegato con Montecatini Terme dal suo ufficio di Londra e ha avuto parole di lode per la città termale e, in particolare, per le bellezze di Montecatini Alto, luogo in cui ha presentato il suo «A regola d'arte», nel 2018, alla Rocca, in occasione della manifestazione: «Montecatini Alto Thriller»: «Una bellissima serata – ricorda – e spero di essere ancora invitato nella vostra città: Montecatini Terme e Montecatini Alto sono bellissime».
Tura ha ripercorso i suoi inizi nel mondo del giornalismo con Il Resto del Carlino, poi la Rai alla sede regionale dell'Emilia Romagna e l'approdo al Tg1, dove, per anni, è stato inviato in teatri di guerra: «Ho sempre pensato – afferma - che sia giusto fare esperienza in tutti i settori della cronaca. Ho quindi lavorato anche come inviato di guerra, anche se, citando Terzani, non mi considero 'giornalista di guerra', ma 'giornalista che racconta la guerra'. Nel momento in cui la redazione del Tg1 chiese chi fosse disposto a partire per seguire il conflitto nel Kosovo, mi resi subito disponibile e, da quel momento, entrai nella lista dei reporter che, in caso di conflitti, sarebbero stati pronti a partire. Così, per sei anni, ho girato vari teatri di guerra nel mondo, dal 1999 al 2005, un periodo in cui, come potete immaginare, ho provato tutte le umane sensazioni che si possono provare in situazioni di questo tipo, anche la paura, ma sempre con la percezione di poter raccontare i fatti che accadevano seppur tra le difficoltà ed i rischi».
Oggi, Tura è corrispondente da Londra, dove sono molte le notizie che tengono alta l'attenzione. Sul tema Brexit, Tura afferma: «Ormai la fase di transizione è finita, la Gran Bretagna è uscita dall'Unione Europea il 31 gennaio e adesso sta cercando di raggiungere un accordo con l'Ue, ma soltanto a livello commerciale. I britannici hanno deciso di uscire e, anche se ci fosse stato un secondo referendum, avrebbero votato allo stesso modo; è una scelta fatta, da cui non torneranno indietro. Solo poco più del 40 per cento dei britannici rimarrebbe in Europa».