Strage fascista del Padule. Spinelli ascoltato in Senato: "Potevo non essere qui"

Il sindaco di Fucecchio rappresentava i cinque comuni colpiti dall’eccidio "Mio nonno e suo fratello litigarono per decidere dove andare a nascondersi".

Strage fascista del Padule. Spinelli ascoltato in Senato: "Potevo non essere qui"

Strage fascista del Padule. Spinelli ascoltato in Senato: "Potevo non essere qui"

La lunga e dolorosa vicenda dei risarcimenti dello Stato italiano ai sopravvissuti o gli eredi delle vittime delle stragi naziste è stata fin dall’inizio abbastanza tortuosa e col tempo la situazione si è ulteriormente aggravata toccando anche punte paradossali. Di tutto questo si è fatto interprete il senatore del Pd Dario Parrini che ieri ha tenuto una conferenza stampa a Roma con i familiari delle vittime, i loro legali e si sindaci di alcuni comuni teatro degli eccidi, per fare il punto della situazione sui tanti problemi della vicenda. "Grazie al decreto legge 36 dell’aprile ’22 – ha spiegato Parrini – i parenti di vittime di crimini nazifascisti in Italia che abbiano ottenuto una condanna definitiva della Germania hanno diritto ad un indennizzo da parte dello Stato. Le cause civili promosse contro la Germania sono già centinaia".

Nella capitale, a rappresentare i cinque comuni della strage nazista del Padule c’era il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli (nella foto) che ha parlato anche a nome dei colleghi di Cerreto Guidi, Larciano, Monsummano Terme e Ponte Buggianese. Al di là delle dichiarazioni ufficiali però, il primo cittadino da sempre residente "a gronda di Padule", ha voluto per la prima volta raccontare pubblicamente una vicenda familiare legata proprio alla mattina dell’Eccidio, quel tragico 23 agosto del 1944.

"In quel periodo – ha raccontato Spinelli – molti giovani delle famiglie del posto la notte andavano via dalle case e si andavano a rifugiare in Padule, portando con sé gli animali. Questo per sfuggire ai rastrellamenti delle truppe naziste. Fra questi c’erano anche mio nonno Dario e suo fratello Guido di due anni più giovane. Quel giorno arrivò il tam tam di strani movimenti dei militari tedeschi nell’area umida. Nacque così una discussione fra i due fratelli: mio nonno voleva comunque andare a nascondersi in Padule, suo fratello invece insisteva per andare nel bosco".

Il nonno di Spinelli aveva un presentimento. "Dario pensava che fosse una voce messa in giro dai nazisti per tendere un’imboscata. La discussione si fece talmente accesa che alla fine i due si presero a schiaffi. Alla fine la spuntò Guido e i due si rifugiarono nelle selve delle Cerbaie. E fu la salvezza. Se invece l’avesse spuntata mio nonno – ha concluso il sindaco Spinelli – oggi io non sarei qui, mio nonno sarebbe stato ucciso e mio padre non sarebbe mai nato".

"Ho voluto raccontare questo episodio – ha detto ancora il primo cittadino di Fucecchio – perché quando si parla di stragi spesso si citano i numeri. E anche nel nostro Padule le vittime furono tante, 174. Ma dietro questi numeri ci sono storie, c’è la brutalità e la ferocia dei nazisti che misero bombe nelle tasche degli anziani e si divertirono a farli esplodere, ci sono neonati uccisi con il cranio fracassato con il calcio del fucile, ci sono cadaveri dati in pasto ai maiali. E tutto questo è avvenuto 80 anni fa, a qualcuno può sembrare un’epoca lontana. Ma invece non lo è. Ci sono ancora dei sopravissuti alla strage, ragazzini che hanno visto uccidere i propri genitori e che sono rimasti segnati per sempre da quanto accaduto quel tragico giorno".