MARTINA VACCA
Cronaca

Stupro di gruppo nel locale chiuso, le testimonianze: “Era sconvolta, mi chiese aiuto”

I fatti nell’agosto del 2022. Uno dei due imputati condannato a cinque anni e quattro mesi in abbreviato. A processo l’altro. Testimonianze dell’amica e del fratello della presunta vittima. “Quella notte raccontò tutto”

Polizia

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Pistoia, 5 dicembre 2024 – “Quando l’ho vista rientrare nel locale era sconvolta: i capelli scompigliati, gli occhi rossi e lucidi e lo sguardo catatonico. Le ho chiesto cosa le fosse accaduto, ma lei non riusciva a parlare. Quella sera è venuta a dormire da me, come facevamo spesso e non abbiamo chiuso occhio: mi ha raccontato di essere stata violentata. Era sotto choc e si sentiva in colpa, per non essere riuscita ad opporsi a quei due ragazzi, temendo le loro reazioni”. Così, ieri mattina, è stata ricostruita in aula la notte tra il 30 agosto e il primo settembre del 2022, quando una ragazza appena maggiorenne sarebbe stata violentata da due giovani, in un locale di Montecatini, quando era chiuso. Alcuni momenti sarebbero stati anche ripresi dai due sui cellulari e diffusi tra gli amici. Per quei fatti, lo scorso marzo uno dei due imputati, Giovanni Magrini, 31 anni, è stato condannato in rito abbreviato a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Per l’altro, Matteo Capaccioli, 27 anni, che ha scelto il rito ordinario, ed è difeso dagli avvocati Nicola Bastiani e Cristina Gradi del foro di Pistoia, il processo è iniziato ieri. Le indagini furono svolte dagli uomini del commissariato di Montecatini, e dirette dal sostituto procuratore Giuseppe Grieco. Ieri, davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Billet, sono stati ascoltati alcuni dei testi della pubblica accusa, il fratello della presunta vittima e un’amica di lei, che quella sera l’aveva ospitata a casa. Molto dettagliata la ricostruzione del racconto fatto dalla presunta vittima alla sua amica. Quella sera lei aveva finito il suo turno in una pizzeria del centro e aveva raggiunto l’amica nel bar dove l’altra lavorava. Ad un certo punto però era sparita, lasciando le sigarette e la borsa sul bancone, per poi ritornare a fine serata, intorno alle 3, in evidente stato di choc. Dopo due giorni, come ha raccontato il fratello della ragazza in aula, aveva deciso di raccontare tutto alla sua famiglia. E aveva chiamato il migliore amico di suo fratello per farsi aiutare in quella che per lei era una confessione terribile e scioccante. Da lì la denuncia al commissariato e l’avvio delle indagini. Ieri in aula è stata sentita anche la psicologa Cristina Silvestri che aveva in cura la giovane e che l’ha descritta come una ragazza dalla personalità psicologica fragile: proprio per questo problema aveva la necessità di assumere “stabilizzanti dell’umore” e ansiolitici.

Diversa la ricostruzione che hanno fatto gli avvocati difensori: secondo il giovane imputato, infatti, si sarebbe trattato di un rapporto consenziente. Già in passato lui e la ragazza avevano avuto un rapporto, e quella sera non ci sarebbe stato niente di diverso. Stando al racconto reso dalla ragazza al momento della denuncia, invece, quella sera lei si era allontanata con Capacioli e lo aveva seguito in un locale, ma poi si sarebbe ritrovata anche con l’altro amico di lui che lei non conosceva bene e i due avrebbero iniziato un rapporto, al quale lei non sarebbe stata in grado di opporsi, pur non volendo.