REDAZIONE MONTECATINI

Terme, presentata un’istanza di fallimento. Concordato per fermare l’azione dei creditori

L'assessore Stefano Ciuoffo relazionerà nel la seduta del consiglio regionale. Udienza fissata per il prossimo 8 febbraio

L’assessore regionale Stefano Ciuoffo che segue la vicenda Terme

Montecatini Terme, 25 gennaio 2022 -  Nella vicenda Terme compare la parola fallimento, mai utilizzata finora. A utilizzarla è l’assessore regionale Stefano Ciuoffo nelle comunicazioni del consiglio previsto per domani a Firenze, anticipate ieri ai membri dell’assemblea. "L’8 febbraio – dice l’esponente della giunta di Eugenio Giani – nelle aule del tribunale di Pistoia è prevista l’udienza relativa a un’istanza di fallimento presentata da un creditore contro la società. Superando la necessità della messa in liquidazione espressa negli atti regionali, abbiamo dato mandato all’amministratore Alessandro Michelotti di avviare tutte le azioni volte alla necessità di preservare il patrimonio societario per la tutela dei creditori e della zona".

L’amministratore delle Terme, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, dovrà presentare un’istanza di concordato preventivo in bianco, funzionale alla predisposizione di un piano concordatario in tempi congrui al fine di limitare la perdita di liquidità. Il documento prevederà la cessione dei rami di azienda funzionali all’attività termale, eventualmente preceduti da un affitto dell’azienda stessa. La presentazione della domanda di concordato, infatti, consente di azionare tutte quelle cautele previste dalla legge di conservazione del patrimonio a tutela dalle aggressioni dei creditori, per tutto il periodo concesso ai fini della predisposizione del piano concordatario". La Regione è proprietaria del 67,12% delle quote azionarie delle Terme, ma, anche volendo , non avrebbe potuto imporre la messa in liquidazione della società al Comune, socio di minoranza, da sempre contrario. "Per questa procedura – sottolinea Ciuoffo – è richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi, per il raggiungimento dei quali è necessario l’accordo con il socio minoritario. La Regione, sebbene detenga il 67,12% del capitale sociale, possiede solo il 39,09% di azioni ordinarie con diritto di voto e il 28,03% di azioni privilegiate senza diritto di voto Il Comune, in più occasioni ha espresso il proprio sfavore per la messa in liquidazione volontaria della società". Ciuoffo nella sua relazione ricorda gli ultimi cinque anni delle vicende delle Terme di Montecatini, dalla dichiarazione di partecipazione non strategica fatta dal socio Regione nei confronti delle quote azionarie in suo possesso, fino ai piani razionalizzazione dei costi per superare il forte indebitamento, senza dimenticare i due bandi per vendere gli immobili non strategici, che hanno riportato pochi interessamenti, e, soprattutto, quello per fare entrare un nuovo socio privato, terminato in modo fallimentare.

«La situazione di grave criticità economico finanziaria – si ricostruisce nel documento – ha comunque reso necessario prevedere delle azioni di razionalizzazione che consentissero il superamento della situazione di crisi, mediante l’adozione di un piano di ristrutturazione del debito, in particolare per rientrare della significativa posizione debitoria nei confronti del pool di banche con capogruppo Bnl, tramite un’operazione che agisse su un lato mediante un’azione di incremento dei ricavi ed un efficientamento dei costi, e dall’altra mediante un piano di dismissione degli immobili non strumentali all’esercizio dell’attività termale. Nei piani di razionalizzazione approvati dalla Regione che si sono succeduti a partire dal 2017, inoltre, veniva previsto che in caso di mancato ripristino di una situazione di equilibrio economico finanziario e di composizione della situazione debitoria, la società avrebbe dovuto essere messa in liquidazione, azione che più volte è stata portata avanti con l’approvazione di successive proroghe".  

«Soltanto a maggio 2020 è stata approvata una prima edizione del piano di ristrutturazione al fine di consentire alla società la prosecuzione in continuità delle attività e per pervenire tramite step successivi al risanamento e al rilancio della società nell’ottica di un accordo con i creditori, per sviluppare negli aggiornamenti successivi con un maggiore grado di dettaglio: ulteriori strategie di efficientamento; un piano di gestione del patrimonio immobiliare a copertura dei debiti; strategie di rilancio dell’attività caratteristica della società e definizione di possibili nuove aree di business, cercando di privilegiare i servizi resi sul territorio per una ottimale integrazione tra le attività della società ed il sistema turistico locale". Nel documento si fa poi la cronistoria dei tentativi di bandi, tutti, per una ragione o l’altra andati a vuoto. "Al termine del loro mandato, pertanto il team di advisor della società, - si dice – ha presentato una nota riassuntiva con l’analisi della situazione di Terme di Montecatini Spa ad esisto della seconda procedura di vendita nella quale si evidenziava una completa erosione delle disponibilità liquide in breve tempo e la necessità di adottare le misure per evitare che vi fosse un’ulteriore erosione della cassa.

Moreno Mencarelli, segretario del Partito Democratico di Montecatini, esprime apprezzamento per l’intervento che Ciuoffo terrà domani. "La comunicazione – sottolinea - è chiara e trasparente sullo stato attuale delle nostre terme, con la logica da parte della Regionr di porre in essere tutte quelle azioni propedeutiche e necessarie per il salvataggio della società. E’ logico che sulla questione dell’azienda, volano economico della città, i due soci, Regione e Comune, seppur con dei punti di vista differenti, devono proseguire insieme sulla delicatissima questione per scongiurare l’imminente pericolo del fallimento che potrebbe concretizzarsi a seguito dell’istanza che verrà discussa nell’udienza al tribunale del prossimo 8 febbraio. Da questo nuovo fatto, i due soci, hanno il dovere di trovare una procedura percorribile, al fine di scongiurare il fallimento della società superando tutte le altre ipotesi. Il Pd auspica che la procedura individuata nel concordato in bianco sia funzionale alla predisposizione di un piano strategico cautelativo per la salvaguardia della città e della sua economia. I democratici auspicano anche l’apertura di un tavolo con il governo, perché le Terme sono un’azienda, sono un’intera città per la quale c’è l’urgente necessità che l’esecutivo intervenga, anche a tutela del marchio storico e scientifico".  

Daniele Bernardini