Montecatini Terme, 29 luglio 2022 - La confema che la Regione non ha alcuna intenzione di dichiarare strategiche le Terme provoca le immediate reazioni politiche sia da destra che da sinistra. "La Regione – affermano i consiglieri regionali Luciana Bartolini (Lega), Marco Stella (Forza Italia) e il centrodestra unito – dichiari strategiche le Terme e intervenga nell’azienda di cui ha il controllo. Assieme a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia della provincia di Pistoia, sosteniamo la lettera del sindaco Luca Baroncini, inviata in seguito a un atto di indirizzo votato da tutto il consiglio comunale, presentato e firmato proprio da Pd e Italia Viva di Montecatini (oltre che dal Movimento 5 stelle), cioè gli stessi partiti che rappresentano la maggioranza in Regione. Dunque ci pare scontato che gli stessi partiti siano d’accordo con se stessi anche a Firenze".
L’intervento è contenuto in una nota congiunta firmata anche dai responsabili provinciali di Fratelli D’Italia (Patrizio La Pietra), Lega (Luca Tacconi) e Forza Italia (Anna Bruna Geri), dopo aver ricevuto la lettera inviata dal sindaco al presidente Eugenio Giani e all’assessore alle partecipate Stefano Ciuoffo.
"Le Terme di Montecatini – dice il centrodestra – sono patrimonio della Toscana e dell’Italia e non possono essere abbandonate dal loro stesso socio di maggioranza, il quale è il solo che, avendo il controllo della società, deve dare il via a un risanamento su cui il Comune socio di minoranza ha già dato l’assenso e la disponibilità a investire 2 milioni di euro".
Il Partito Democratico di Montecatini, da parte sua, risponde alle affermazioni fatte dall’assessore Ciuoffo nell’intervista pubblicata ieri da La Nazione . "Vorremmo ricordare all’assessore – dicono i Dem – alcuni punti su cui ci preme fare precisazioni. I bilanci in perdita non c’entrano niente con la strategicità e con l’articolo 14 comma 5 della Legge Madia. Se i soci volessero, potrebbero approntare un piano di risanamento, dato che la società svolge servizi di pubblico interesse. In tale contesto, sempre volendo, nulla impedisce ai soci di diventare acquirenti di patrimonio culturale vincolato, su cui la legge riserva la prelazione.
Del resto proprio la Regione, nel 2017, auspicava l’acquisto della Palazzina Regia da parte del Comune, poi effettivamente avvenuto. La riforma del codice fallimentare ha introdotto nuovi strumenti quali la composizione negoziata per la crisi d’impresa. Ma al di là dello strumento, senza un impegno fattivo dei soci, amministratore e consulenti non possono fare niente. E francamente questo impegno non si vede per niente, perché anche i tentativi di privatizzazione non sono sostenuti con il giusto approccio amministrativo e con l’indispensabile impiego di risorse interne ai due enti proprietari. Del resto basta vedere cosa è successo alcuni mesi fa , quando la società veniva data per venduta".