
Le terme di Montecatini
Montecatini Terme, 15 luglio 2022 - Lasciavano 2,5 miliardi di euro l’anno i cittadini russi in Italia, ma ora vanno altrove. Si adattano alla nuova situazione e si orientano su Paesi ancora in sintonia con Mosca, come Turchia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Ma anche e soprattutto sul turismo interno, a cominciare dalla Siberia. Vamonos Vacanze, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, traccia un bilancio del turismo russo. Un danno notevole per l’Italia che colpisce prevalentemente gli alberghi a 5 stelle e l’indotto del luxury travel, soprattutto nelle località amate dai russi come la Sardegna o Forte dei Marmi.
Prima della crisi pandemica, nel 2019, il turismo russo generava in Italia 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze, producendo un volume d’affari di 2,5 miliardi di euro.
"Ma è difficile fare paragoni – spiega Emma Lenoci, fondatrice di Vamonos-Vacanze.it – perché il fenomeno russo dagli anni Ottanta a oggi è arrivato a 40 anni di maturazione. Il salto più grosso lo si è però registrato a partire dal 2003, quando Vladimir Putin fu ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui l’anno precedente avevano trascorso qualche giorno in riva al mare le sue due figlie adolescenti Maria e Iekaterina".
Chi sono i tipici turisti russi? "Certamente big spender – aggiunge Lenoci – ma non solo magnati ed oligarchi: il turismo russo è fatto anche da persone medie con un altro tenore di vita che spendevano mediamente nel nostro Paese 170 euro al giorno, il 65% in più rispetto alla spesa media degli altri turisti stranieri".
Ora però tutto questo è compromesso. Il flusso di presenze e di denaro è messo in mora dal conflitto Mosca-Kiev e dal fatto che per i russi è ogni volta oggettivamente più difficile arrivare in Italia. Per fortuna riparte il turismo dell’"Italia per l’Italia". Si conferma la domanda per i gioielli italiani (+32% sul 2021) con Sardegna, Sicilia e Puglia sempre in testa e per le vacanze in barca a vela (+21%).
Anche Montecatini si lecca le ferite provocate dal conflitto in Ucraina. I mesi preferiti dai russi erano aprile e maggio (per la Pasqua ortodossa), poi il periodo autunnale. La loro predilezione per la cura idropinica li faceva buoni clienti anche delle Terme. L’assenza dei russi comunque non spiega il crollo del turismo straniero complessivo in aprile e maggio, mentre nel resto della Toscana le presenze da oltre frontiera registrano dati più che positivi. L’essersi legati per decenni soprattutto al turismo dei gruppi a basso costo sta dando adesso effetti molto negativi.
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