Montecatini, 4 novembre 2024 – Sgretolare pezzo per pezzo la recinzione del Grand Hotel & La Pace sembra essere diventata l’ultima moda di un gruppo di vandali durante le ultime notti di movida montecatinese. L’immobile, acquistato di recente da milionari russi, presto verrà ristrutturato e rilanciato in grande stile. E non è abbandonato a se stesso. Le luci di sera sono accese, per quanto è dato di sapere all’interno dovrebbero abitare dei guardiani.
“Probabilmente a notte fonda – dice una signora che abita nella zona – qualche testa calda si è scatenata nelle scorse notti. Buttano giù colonne e sgretolano la ringhiera, lasciando i pezzi in terra”. Gli episodi sono recentissimi e può darsi che la proprietà non abbia ancora avuto modo di essere informata dell’accaduto. Che sia opera volontaria di qualcuno e non il frutto di qualche incidente sembra essere piuttosto chiaro.
“Da una notte all’altra – racconta un’altra residente – sono stati buttati giù pezzi importanti e solidi, ornamenti e guarnizioni. E’ uno scempio, qualcuno deve intervenire subito. Quell’immobile è il simbolo degli anni d’oro della città e il restauro che i proprietari si accingono a effettuare rappresenta un’importante spinta per la rinascita di Montecatini”. Un’altra ipotesi è che il parco sia stato preso di mira da balordi che, per bivaccare durante la notte, scavalcano la ringhiera distruggendola.
Risale al 1870 la nascita dell’albergo che prometteva “La Pace” in un periodo di continui conflitti ma anche di immense trasformazioni e grandi speranze. Nel 1901, grazie alla lungimiranza dei suoi fondatori, alla “Locanda della Pace” si sostituì quello che oggi è il “Grand Hotel & La Pace Spa”. L’architetto Bernardini realizzò il disegno del nuovo progetto e Galileo Chini ebbe l’incarico di dipingere il soffitto del grande Salone delle feste. Chini creò un cielo notturno dal blu intenso, sul cui sfondo si muovono armoniosamente fluttuanti figure femminili, putti e fronde, in una sorta di grande sogno liberty. “Simbolo senza tempo della città termale?- si legge sul sito galileochini.it - con il suo fascino questo hotel ha richiamato molti personaggi fra cui Gabriele D’Annunzio, Vittorio Emanuele di Savoia e la Famiglia reale, Puccini, Toscanini, Badoglio, Madame Curie, Trilussa, il Duca di Windsor e Wallis Simpson, lo Scià di Persia, i Rothschild, il re d’Arabia Saudita IbnSaud, Ranieri e Grace di Monaco. Visibile su Corso Roma la bella vetrata di ingresso opera di Galileo Chini”. Di pregio anche il fregio in maiolica posto sopra il portone del nuovo ingresso, il tutto ad opera del Chini.