Verso il Gp di Ferragosto. Un lungo romanzo di storia dell’ippica aggiornato dal 1953

Storie, aneddoti, astri nascenti e vecchie glorie di una gara ’classica’. L’albo d’oro racconta oltre mezzo secolo di cultura di questo sport. Il ricordo del rapimento di Wayne Eden dopo la vittoria nel 1975 .

Verso il Gp di Ferragosto. Un lungo romanzo di storia dell’ippica aggiornato dal 1953

Storie, aneddoti, astri nascenti e vecchie glorie di una gara ’classica’. L’albo d’oro racconta oltre mezzo secolo di cultura di questo sport. Il ricordo del rapimento di Wayne Eden dopo la vittoria nel 1975 .

Era il 9 agosto 1953 quando all’ippodromo Sesana si disputò per la prima volta il gran premio Città di Montecatini. La prima edizione di quello che poi sarebbe diventato un appuntamento fisso per la cittadina aveva un favorito netto di nome Birbone ma l’outsider americano Tryhussey con Umberto D’Errico in sediolo fu protagonista di un vero e proprio colpo di scena. E’ l’inizio di un lungo romanzo, Birbone l’anno dopo si ripresentò al via e non si fece sfuggire l’occasione per riprendersi la vittoria sfumata a fil di palo l’anno precedente ma il riscatto andò oltre, riuscì infatti a conquistare anche l’edizione 1955. Da allora il gran premio Città di Montecatini è l’apoteosi di una stagione che racchiude questo meraviglioso sport tra astri nascenti e vecchie glorie.

L’albo d’oro racconta oltre mezzo secolo di storia e cultura ippica. Dagli eterni rivali il biondo Tornese e il diavolo nero Crevalcore che si alternarono i successi dal 1958 al 1962 con sfide mozzafiato al campione americano Wayne Eden. Il suo rapimento dal box delle scuderie del Sesana dopo aver vinto il Città di Montecatini 1975 è ancora oggi qualcosa di surreale così come il riscatto di cinquanta milioni di vecchie lire pagato dopo una lunga trattativa (la richiesta iniziale era l’esorbitante somma di trecento milioni ndr) da Pietro Giudici, titolare della scuderia Mira II. Il campione americano fu ritrovato l’otto settembre legato ad un ulivo a Montescudaio, era magro e stanco ma sul viale di casa non smetteva di nitrire dalla felicità, era tornato dalla sua famiglia e lo aveva capito.

Il 1976 fu di nuovo l’estate di Wayne Eden, il cavallo torna al Sesana per sfidare sorte e rivali, il pubblico emozionatissimo che aveva seguito il caso su tutte le pagine dei giornali accompagna una delle vittorie più suggestive di sempre.

Nell’elenco degli immortali è d’obbligo inserire anche Delfo, il genio ribelle che partecipò nel 1977 dopo aver conquistato il titolo di campione del mondo a New York. È forse il cavallo più famoso pur non avendo mai vinto il gran premio, la sua rottura in partenza e il boato di delusione del pubblico (i giornali di allora riportano oltre 20 mila spettatori ndr) è uno dei ricordi più belli della storia del Sesana. Altra edizione particolare è quella del 1990 quando vinse la femmina Fiaccola Effe con Roberto Benedetti in sulky che fu posticipata ad ottobre perchè abbinata alla Lotteria Italia.

I campioni sono davvero tanti ma l’unico cavallo che è riuscito a vincere ben quattro edizioni è Mack Grace Sm, protagonista assoluto dal 2011 al 2014. Nell’ippica da sempre le storie dei cavalli si intrecciano a quelle degli uomini, personaggi che hanno esaltato il mondo delle redini lunghe tra sfide e leggende, su tutti Nello Bellei e Vivaldo Baldi a cui non a caso sono dedicati due gran premi del trotter termale. E’ proprio il mago Vivaldo Baldi ancora in cima alla classifica con sette allori, il primo con Birbone nel 1954 e l’ultimo con The Last Hurrah nel 1980.

Martina Nerli