
Vigili del fuoco
Valdinievole (Pistoia), 23 marzo 2021 - Già da anni sotto organico, i vigili del fuoco della nostra provincia devono adesso fare i conti con il Covid e una norma che ostacola l’assegnazione di personale alle sedi più in sofferenza. A farne le spese, nell’immediato, sarà la caserma dei pompieri di Pescia, da tempo in sofferenza e adesso messa letteralmente a terra dal "combinato disposto" di pandemia e burocrazia.
A denunciare tale situazione è il Coordinamento provinciale dei vigili del fuoco della Cgil in una lettera aperta nella quale si denunciano le conseguenze che la situazione avrà sulla popolazione e sulla sicurezza del territorio valdinievolino. All’interno del comando, la ‘seconda ondata’ Covid ha colpito due persone: otto in meno rispetto alla prima, anche grazie – ipotizzano gli addetti alla sicurezza – alla conoscenza del virus da parte del personale, all’alta percentuale di vaccinati (almeno per la prima dose), le misure di prevenzione adottate (il personale viene sottoposto a screening a mezzo tampone antigienico periodicamente). Tuttavia, la direttiva regionale che vieta di rimpiazzare il personale assente è destinata a comportare nuovi problemi. Il rischio più immediato è la paralisi delle attività e della capacità di intervento della caserma di Pescia, con tre persone a fronte delle cinque normalmente previste. Di conseguenza, a coprire l’intero territorio della Valdinievole dovrebbe essere il distaccamento di Montecatini, che però già da tempo sta operando a scartamento ridotto.
Il quadro è stato già delineato ai responsabili regionali del Corpo, ma una soluzione tarda ad arrivare. "Siamo ben consci – scrive appunto la Cgil nella sua lettera-denuncia – che tale misura ha il fine di ridurre il rischio di contagi tra il personale del nostro comando, ma non possiamo esimerci dal denunciare che, a meno di un’autorizzazione per richiami a straordinario per sopperire al blocco, questo mina la sicurezza dei nostri concittadini".
Non è tutto. La situazione può comportare anche un maggior rischio per il personale, costretto a percorrere con i mezzi di soccorso molta più strada, visto che si trova a dover coprire una parte di territorio ben più ampia. "Riteniamo responsabile chi ha emesso tale disposizione di qualsiasi incidente, disservizio, ritardo o qualsiasi altro fatto imputabile a questa decisione", concludono i vigili del fuoco che fanno capo alla Cgil.