
Antonio Ornano sul palco
Montecatini Terme (Pistoia), 28 marzo 2025 – Il debutto montecatinese. Per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Verdi di Montecatini Terme, Antonio Ornano. Il cinquantaduenne comico ligure, nato alla Spezia ma trasferitosi giovanissimo a Genova, porterà domani sera, a partire dalle 21, il suo spettacolo “Maschio Caucasico Irrisolto”. Volto noto della tivù, è a teatro con un monologo esilarante, da seguire tutto d’un fiato.
Reduce da qualche “acciacco”, non possiamo che chiederle subito: come sta?
“Pazzesco: mai stato così bene come ora. Grazie a Dio, nella sfortuna, mi è andata bene: paradossalmente il malore, che mi ha colto sul palco, non aveva nulla a che vedere con quello che è stato riscontrato. Avrei voluto fare la rockstar, ora mi sarà negato dal regime di vita”.
Amante di Benigni e Migone, dotato di eccellente mimica, riveste il ruolo di Socialman a “Striscia la notizia”, lo storico programma di Canale 5. È molto social: lì, ha dato l’annuncio del malore.
“Sono una persona abbastanza riservata, che ha un approccio naif sui social: se ho qualcosa da raccontare, lo faccio, mi diverto, altrimenti mi rompo le b…”.
Fustigatore dei social o possono essere utili?
“Se utilizzati bene, sono uno strumento di autonomia. Il discorso è relativo, perché l’algoritmo ci fotte. Se non segui l’algoritmo, le tue cose non le fanno vedere a nessuno”.
Oggigiorno tanti comici sono di estrazione social.
“Verissimo: hanno la possibilità di far vedere quello che valgono tramite i social. Non tutti hanno comicità televisiva, per cui non passavano in tv”. Come definirebbe lo spettacolo che ci porterà? “È quello a cui sono più legato, è la mia maturità artistica. Parto dall’osservazione e poi esaspero quello che vedo per renderlo comico, divertente. Mi piace giocare sulle fragilità. Sulle mie, come quelle della gente”.
In questa stagione è Socialman.
“Lavoro molto da remoto per ‘Striscia’, ma ogni tanto passo da Milano per fare il punto della situazione con gli autori della trasmissione. Ho avuto la possibilità di conoscere un geniaccio della tivù come Antonio Ricci, l’autore storico di Beppe Grillo, uno che ha fatto la storia del mezzo. Chiacchierarci è divertentissimo”.
Si è mai ispirato a qualche artista per la sua comicità?
“Studiare un artista, significa farsi ispirare. Ma non ci si può ispirare, semmai apprezzarne la comicità. Ad esempio, non posso riprodurre la comicità toscana: come fai a riprodurre il mondo di ‘Amici Miei’, una trilogia che per me è ai livelli del ‘Padrino’, oppure Benigni e Migone? La comicità dipende dal gusto. Io impazzisco per loro due: mi incanto a guardarli, non mi ispiro a loro. Ispirarsi a Benigni sa di bestemmia, tanto è bravo. Come comico, non ho uno stile da battutista, sono discorsivo: racconto delle situazioni con parole e interpretazione. Ho dovuto imparare l’alfabeto della comicità. La battuta è anche un gesto, un’espressione, una pausa, un movimento. Ho cercato di sfuggire, da genovese, a Beppe Grillo, un grandissimo”.
Ha ragione: è solo Antonio Ornano, uno dei comici più originali dei nostri anni.